"Da tanti anni Dado viveva a Milano, ma ha sempre avuto, per tutta la vita, Firenze nel cuore. Per questo saremmo davvero felici che il Comune di Firenze lo ricordasse con un segno pubblico, l’intitolazione di una via che sarebbe una cosa bellissima, di una struttura o altre iniziative che potessero legare il suo nome alla sua città". Auspicio sicuramente condivisibile quello espresso da Vieri Boncinelli che utilizza il nomignolo da sempre usato in famiglia per ricordare il fratello Edoardo (nella foto in alto a destra), il genetista scomparso nei giorni scorsi all’età di 84 anni lasciando una grande eredità scientifica e divulgativa. E, su tutto, la scoperta fatta nel 1985 insieme ad alcuni collaboratori dei cosiddetti “geni-architetto“, che progettano e controllano il corretto sviluppo del corpo umano. Una scoperta considerata fra le più importanti per la biologia di questo secolo, frutto, a quanto raccontano le cronache, di una intuizione avuta da Boncinelli chiacchierando con un collega.
Proprio oggi alle 11, nella parrocchia Pio V a Milano, familiari, colleghi e amici si riuniranno per l’ultimo saluto a Edoardo Boncinelli e nutrita sarà la delegazione fiorentina. Con ricordi che spazieranno dalla sfera professionale a quella privata: "Lui era il fratello maggiore – racconta Vieri – aveva tre anni più di me e da sempre mi ha protetto. Mio padre era un po’ severo, data anche l’epoca, brontolava a volte, ma Edoardo prendeva sempre tutte le colpe. Quando mi sono iscritto a Biologia, che è stata la mia prima laurea, fu proprio lui a consigliarmi questo indirizzo. I primi due giorni non potei andare a seguire le lezioni perché mio padre doveva realizzare dei lavori e, visto che aveva bisogno di braccia, approfittava delle mie. Mio fratello però si impuntò e impose a mio padre di lasciarmi libero perché dovevo frequentare seriamente l’Università".
L’amore per la scienza in Edoardo Boncinelli si era manifestato precocemente: "Fin da piccolo – prosegue il fratello – era affascinato da argomenti scientifici tanto che, al momento della scelta della facoltà universitaria ha optato per Fisica laureandosi a Firenze con una tesi sperimentale di elettronica quantistica. Fisica però gli stava un po’ stretta e la sua grande fortuna è stata quella di poter vincere una borsa di studio all’Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica del Cnr di Napoli dove si è innamorato della biologia molecolare e dove è rimasto per oltre vent’anni prima di approdare al Laboratorio di biologia molecolare del San Raffaele di Milano".
Un amore incondizionato quello per la scienza ma non esclusivo, vista l’altrettanto grande passione per la letteratura: "Nel 2008 – prosegue infatti Vieri Boncinelli – mio fratello ha tradotto e pubblicato una raccolta di lirici greci, Saffo in particolare ma non solo, 365 liriche una per ogni anno. Aveva fatto il liceo classico al Michelangelo e l’amore per i classici lo ha sempre coltivato". Quanto alla sua presunta e tanto citata avversione per la filosofia in realtà, secondo il fratello, "si trattava più di un amore-odio. In realtà lui non approvava i pensieri troppo teorici ma quelli che avevano almeno un tentativo di verifica di un minimo metodo scientifico li apprezzava molto. Con Giulio Giorello, ad esempio, ha scritto un libro molto importante".