TERESA SCARCELLA
Cronaca

Gli stratagemmi per bere: "Piattaforme, minimarket e amici maggiorenni nei locali"

Il racconto: "Nei bar già sappiamo chi non ci chiede i documenti"

Giovani in centro con cocktail in mano

Giovani in centro con cocktail in mano

"Dove? Ovunque, piattaforme, bangladini.....". Fatta la legge, trovato l’inganno. Un po’ come le sigarette. Ma peggio. Perché a sentire la generazione Z, di cui fanno parte anche i sedici-diciassettenni di oggi, comprare l’alcol per i minorenni a Firenze non è poi così difficile. Anzi a volte è proprio facile, è il caso di dirlo. "Noi di solito compriamo le bottiglie di alcol dai minimarket - racconta con leggerezza un gruppo di 17enni - entriamo, scegliamo e andiamo alla cassa. Ci facciamo fare anche lo sconto e non ci chiedono il documento".

C’è chi chiude un occhio, se non entrambi addirittura, di fronte ai quei visi sbarbati evidentemente troppo giovani per bere super alcolici, figuriamoci acquistarli. "Nei supermercati invece è più complicato - ammette sempre il solito gruppetto - lì evitiamo di andare, perchè sappiamo già che ci chiedono i documenti. Raramente può capitare il colpo di fortuna di trovare il cassiere distratto, che non si interroga sulla nostra età, ma è successo veramente pochissime volte. Spesso ci hanno bloccato".

Anche in questo caso, però, un modo si trova sempre per aggirare le regole. Lo stratagemma più antico e rodato è quello di farli comprare all’amico o al conoscente maggiorenne; anche uno sconosciuto fermato all’ingresso del supermercato va bene, se accetta è fatta e l’allegria è garantita. Ma se non si vogliono complicare la serata, c’è un modo ancora più facile e soprattutto rapido per svoltarla: ovvero le app di delivery. Nessuno sforzo fisico o mentale. "Anche su Glovo compriamo, perchè è ancora più facile - riconoscono i ragazzi - soprattutto le bottiglie di vino. Le ordiniamo e ce le portano direttamente a casa. Noi dobbiamo solo scendere giù a prenderle. A volte abbiamo comprato in questo modo anche super alcolici, come ad esempio il gin (da miscelare rigorosamente con la tonica o al massimo con la lemon soda) o più di tutti la vodka, che tra l’altro è anche più economica. Stessa cosa con gli amari, fra tutti lo Jagermeister".

Direttamente nei locali è più rischioso. Bisogna trovare ’la persona giusta’ e il locale che non bada a questi dettagli, ma a furia di tentare alla fine si memorizzano quelli più ’amichevoli’. "Alcuni bar in centro ce li vendono senza problemi - confidano - ormai sappiamo quali sono e andiamo dritti lì". Ma in linea di massima, per evitare porte in faccia, c’è una regola non scritta tra i giovani. Quella di bere prima, a casa o nelle piazze, e andare nei locali o in discoteca già ’caldi’. Magari preparando cocktail amatoriali e travasandoli nelle bottiglie di plastica da portare in giro più facilmente. Anche per scongiurare il rischio di rimanere a secco se alla fine si decide di andare in quel posto così ligio alle regole, dove chiedono i documenti e non fanno sconti ai minorenni. "Noi facciamo il ’pre’" spiegano i gen Z. Che significa? È più semplice di quello che si possa credere. "Beviamo prima di entrare. Qualche volta ci danno le ’bocce’ anche all’interno, ma solo se hai agganci. Oppure se qualche amico maggiorenne prende lui la consumazione al posto nostro". O anche ad uno sconosciuto: "In discoteca si chiede a uno se ci compra un drink". Stessa logica dei supermercati quindi, ma con meno imbarazzo o timori che la richiesta possa suonare strana o sfacciata. D’altronde sono lì tutto per la stessa ragione: divertirsi.

Te.Sca.