EMANUELE BALDI
Cronaca

Achille Totaro, il veterano contro: "A sinistra è cambiato il mondo. Arretrano perchè sono divisi ma hanno ancora serbatoi di voti"

Dal Fuan al Consiglio comunale fino a Palazzo Madama. "Noi siamo rimasti sempre uguali" "Schmidt te lo puoi giocare e la sicurezza è un tema caldo. Il centrodestra vince se prende le periferie" .

Achille Totaro, il veterano contro: "A sinistra è cambiato il mondo. Arretrano perchè sono divisi ma hanno ancora serbatoi di voti"

Prima che l’austero protocollo di Palazzo Madama gli imponesse giacca e cravatta, Achille Totaro era la plastificazione della destra casual, analogica, da marciapiede. Quella dei cortei, delle bandiere, dei megafoni che squarciavano l’aria fresca degli autunni caldi che furono, con il Fuan di qua e i centri sociali di là. Con il tempo ha assunto un po’ i contorni del vecchio (non anagraficamente) saggio della destra fiorentina. Fisico imponente, parlantina svelta, politico di fiuto. Che i tempi in città son cambiati lo sta annusando.

Totaro, rispetto ai suoi tempi parecchie cose son cambiate

"È cambiata radicalmente la città. Noi come centrodestra non direi. Ora come quando entrai in consiglio comunale con An nel 1995 eravamo insieme a Forza Italia, alla Lega che all’epoca qui era poca cosa, agli ex Dc più vicini alla nostra area".

E a sinistra invece?

"Ah lì è cambiato il mondo. Si sono divisi. Al tempo erano granitici, dicevano ’I’mi babbo è sempre stato comunista e voto comunista anch’io’. Così funzionava sia in città che in provincia".

Poi cos’è successo?

"La vera rivoluzione è stata più tardi con l’arrivo di Renzi prima, dei 5 stelle poi. La sinistra si è persa in mille rivoli".

Con conseguenze evidenti. Oggi casi come Bernabò Bocca, ex parlamentare del centrodestra, nuovo presidente di Fondazione Cr e il caos Multiutility...

"Erano impensabili un tempo. Sono i simboli della divisione in atto. Poi magari su tante cose si accorderanno anche in vista delle e amministrative ma non c’è unità d’intenti. Le faccio un esempio solo... Il Monte dei Paschi. Un tempo Rossi fece partire da lì la sua campagna elettorale...".

Quindi cosa dobbiamo aspettarci in un futuro prossimo?

"Una volta una parlamentare del Pd mi disse: ’In Toscana abbiamo sempre governato, non sappiamo fare opposizione’. E infatti dove il Pd ha perso una prima volta - vedi Pisa, Pistoia, Siena o Arezzo - poi ha perso anche alle comunali successive".

E questo perché secondo lei?

"Perché il meccanismo dei consensi passa da molti bacini di voti. Pensi alle società partecipate. Quando perdi nei Comuni poi perdi i voti".

A Firenze che può succedere?

"Il centrosinistra – nonostante stia arretrando – ha ancora grandi serbatoi di voti di lavoratori. Qui ci sono gli ospedali, le partecipate, qui c’è il Comune, c’è la Regione. Sono in una fase di regresso ma ancora forti. Poi nel ’24 si vedrà...".

A proposito Schmidt come possibile candidato del centrodestra le piacerebbe?

"Sì. Perché esce dagli schemi. Apre a settori diversi della città, è un uomo di cultura e antifascista. Te la puoi giocare".

Anche perché il tema della sicurezza si fa sempre più caldo

"Un tempo questa era la città che in Oltrarno lasciava le chiavi infilate nel portone. Oggi è la città dove distruggono i vetri delle macchine ogni giorno. Ha ragione il professor Chiaramonte quando dice che il centrodestra sfonda se vince alle Piagge. E io dico anche in luoghi come Sorgane, San Bartolo, l’Isolotto. Perché ci abita gente che sbatte contro la paura ogni giorno sul tram. Magari il ricco che sta al Pian dei Giullari può aver paura di un furto ma non percepisce questa realtà".