
Maltrattamenti su minori (Foto d'archivio Ansa)
Firenze, 23 dicembre 2022 - Il nuovo compagno di una donna separata, funzionario delle Dogane è stato il predatore della figlia di lei, dieci anni nel 2019, avuta dalla signora con l’ex marito. L’atroce scoperta grazie al sesto senso della madre e al suo tatto nel raccogliere le confidenze della bambina, che peraltro aveva manifestato profondi turbamenti all’amichetta del cuore. Il tribunale – presidente Anna Favi, a latere Elisabetta Pagliai e Barbara Bilosi – all’esito di un incidente probatorio (l’"interrogatorio" della bambina secondo procedure e cautele molto precise), dell’udienza preliminare e di un processo più volte rinviato (si sono succeduti 3 Collegi giudicanti) ha condannato l'uomo cinque anni e sei mesi in luogo dei 2 anni e 6 mesi richiesti dal pm Alessandro Piscitelli.
I giudici hanno accolto la diversa e più grave rubricazione del reato proposta dall’accusa: e cioè violenza sessuale aggravata e non più ’solo’ atti sessuali con minorenne. Robuste le provvisionali a favore delle parti civili per danno biologico e morale seguiti alle inevitabili implicazioni psicologiche: 25mila euro alla bambina – rappresentata dall’avvocato Cristina Moschini – 10mila a ciascun genitore (per il padre in udienza l’avvocato Paolo Ghetti), 7mila ai nonni paterni della piccola.
Due gli episodi denunciati dalla mamma alla squadra Mobile di Firenze, notti del 9 e 10 maggio 2019. La compagna del funzionario vede che lui si alza divano va nella cameretta dei due figli. ’Mi ha risposto che era andato a tirar su le coperte ai ragazzi...’. Ma alla donna quei movimenti paiono strani. Sospetti. Drizza le antenne. Sesto senso di madre. Lui – si saprà poi dalla bambina – le abbassa le coperte, la molesta e poi si allontana dalla cameretta. La seconda volta, stessa ‘preparazione’ della ’scena’, resta ad osservarla, e poi, temendo di essere scoperto dalla minore o dalla madre che dorme nella camera vicina, esce dalla stanza "a carponi".
E’ all’amichetta che telefona la bambina violentata. La madre scopre la verità, seguità una settimana più tardi il padre. La donna cerca di sapere cos’è accaduto in quelle inquietanti visite notturne. Tranquillizza i figli, non vuole che si sentano ’colpevoli’: "Parlatemi, io voglio lasciare quell’uomo, non ne sono più innamorata. E’ l’occasione giusta per dirci tutto". La bambina, con pudore, racconta: lo sgomento e la paura, impietrita dal timore che l’orco, rientrasse nella cameretta divisa con il fratello. E’ allora che la donna mette alle strette l’uomo: vanno a fare un giro in macchina, lei ha con sé un registratore: ’Perché hai fatto questo a mia figlia?’ Lui annaspa: "E’ la prima volta che mi capita. Non so cosa mi è preso".
g.sp.