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"A Stefàno un posto da ordinario". All’udienza spuntano nuove chat

Sono state depositate dopo le analisi degli smartphone sequestrati nell’inchiesta "sistema"

FIRENZE

Se il Consiglio di Stato avesse dato torto a Pierluigi Stefàno, annullando il verdetto del concorso da lui vinto per professore associato di cardiochirurgia di Careggi, sarebbe stata bandita una nuovo concorso, per ordinario, per aggirare l’eventuale licenziamento che sarebbe piovuto sulla testa del super chirurgo. E’ il riassunto di quanto si dicono in una conversazione, il rettore Luigi Dei e il prorettore dell’epoca, Paolo Bechi. Un colloquio che la guardia di finanza ha estrapolato dalle chat di whatsapp, acquisite con il sequestro degli smartphone degli indagati nell’inchiesta sul "sistema" Careggi. Lo scambio di battute risale al 31 agosto del 2018. In quel momento, il Tar ha respinto la prima istanza dello sconfitto, il professor Sandro Gelsomino, ma nell’ambiente si teme che un ulteriore ricorso possa ribaltare la situazione. Invece, Gelsomino non adirà il Consiglio di Stato, ma presenterà un esposto in procura con il suo legale, l’avvocato Niccolò Lombardi, e darà il via all’inchiesta penale. I nuovi atti d’indagine, provenienti dal procedimento principale sulla presunta ’concorsopoli’ entrano a gamba tesa nell’udienza preliminare che vede Stefàno e altri ’baroni, oltre all’ex dg di Careggi Monica Calamai, oggetto della richiesta di rinvio a giudizio dei pm Luca Tescaroli e Antonino Nastasi. Concussione e turbativa d’asta, le accuse. Ieri mattina, Bechi, come richiesto, si è sottoposto all’interrogatorio; ha invece rinunciato Marco Carini. E’ un procedimento tutto in divenire: il giudice Agnese Di Girolamo ha dato appuntamento a settembre, gli imputati hanno la facoltà di integrare i propri interrogatori alla luce della nuova documentazione d’indagine depositata e, entro ottobre, anche di valutare se optare per riti alternativi.

La procura contesta a dieci persone di aver dato esecuzione a un progetto che vedeva Stefàno, affermato chirurgo, ’leader’ della cardiochirurgia di Careggi. Per arrivare alla vittoria del concorso, sancita da una gara che secondo l’accusa non sarebbe stata imparziale, ci sarebbe stata la necessità di aggiustare il curriculum del prescelto, laddove era carente di titoli. Per farlo, sarebbero state fatte pressioni su un altro prof, Massimo Bonacchi, affinché questi, in cambio di maggiore coinvolgimento in sala operatoria, ponesse anche il nome di Stefàno sulle sue pubblicazioni.

stefano brogioni