
L'incontro alla Casa del popolo di Ponte a Elsa con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini (Foto Gasperini/Germogli)
Empoli, 4 maggio 2025 – Referendum su lavoro e cittadinanza. In vista dell’appuntamento dell’8 e 9 giugno, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha fatto tappa a Empoli per l’iniziativa dedicata al circolo di Ponte a Elsa. "Noi ci rivolgiamo a tutti i cittadini e a tutte le forze politiche. Bisogna parlare con tutti, andare casa per casa, nei luoghi di lavoro. In un Paese che vede il 50% delle persone che non vanno a votare il quorum si raggiunge se tutti vanno a votare. Questo referendum non favorisce questo o quel partito, questo è un referendum che favorisce i diritti delle persone che lavorano", ha detto Landini.

All’iniziativa, tra gli altri, erano presenti anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il segretario Pd Toscana Emiliano Fossi e Luca Rossi Romanelli per il M5s Toscana, venuti a supportare la campagna per i referendum. "Vogliamo riaffermare un'idea di libertà - ha aggiunto Landini - una persona è libera se non è precaria, se ha prende uno stipendio che gli permette di vivere e non corre il rischio di morire sul lavoro: questi tre diritti fondamentali con il referendum vengono rafforzati".
"Contro Job Act e Renzi? Io vado in positivo. Oggi nel 2025 c'è la necessità di dare più solidità e sicurezza a chi lavora. Rispetto a qualche anno fa oggi la situazione da un punto di vista dell'opportunità di lavorare è sicuramente migliore, perché diminuisce il numero della popolazione e vi è uno sviluppo che porta a lavorare. I problemi oggi sono la precarietà, troppi lavori a tempo determinato e la questione del salario". Così il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che ha partecipato all'iniziativa per portare il suo sostegno ai quesiti: "Ritengo che in un momento come questo in cui il lavoro vada garantito e tutelato i referendum proposti dalla Cgil siano molto importanti - ha sottolineato -. Danno una maggiore concretezza stabilità alla prospettiva di ogni famiglia di vivere con maggiore serenità. Anche il salario minimo credo sia una garanzia".
Sul quesito sulla cittadinanza: "Abbassare a 5 anni i tempi per ottenere la cittadinanza è un fatto naturale dei tempi in cui viviamo: in un momento di calo demografico, dove certi lavori ormai vengono rifiutati dagli italiani e svolti da chi viene da fuori, poter dare a queste persone la sicurezza della cittadinanza è un fatto naturale".