STEFANO BROGIONI
Cronaca

Rapina violenta in casa. Giovane patteggia e chiede scusa: “Ho fatto un errore”

Il 35enne, unico fermato dei tre che organizzarono il colpo ad Avane, ha patteggiato cinque anni e ha scritto una lettera agli anziani. I due furono incaprettati e picchiati, la banda inseguita dalla polizia

L'operazione della polizia (Foto di repertorio)

L'operazione della polizia (Foto di repertorio)

Empoli, 27 aprile 2025 – Ha patteggiato cinque anni, chiedendo anche scusa con una lettera indirizzata al giudice e agli anziani coniugi, l’albanese F.V.K., 35 anni, l’unico fermato dei tre autori della rapina con sequestro di persona avvenuta nel dicembre scorso in via del Borghetto ad Avane. L’albanese, in Italia nelle condizioni di rifugiato, ammettendo le sue responsabilità, ha chiesto clemenza per quanto commesso spiegando di essere finito in giri sbagliati dopo aver abbandonato il suo Paese per il timore di rivendicazioni legate al “Kanun“, il codice non scritto che prevede anche la vendetta di sangue. Parole, consegnate tramite il suo difensore, l’avvocato Sabrina Del Fio, che hanno mitigato una pena, applicata dal gip Alessandra Scarlatti, che rischiava di essere molto più alta. F.V.K. venne arrestato dalla polizia nel centro di Empoli a bordo di un’Audi noleggiata.

Altre due persone (“che non conoscevo prima, a cui mi sono aggregato facendo un grosso errore”, ha spiegato l’imputato) riuscirono a scappare. Poco prima la banda di rapinatori aveva fatto irruzione a casa di due ottantenni, marito e moglie, che rimasero in balia dei banditi per diversi minuti, dopo essere stati legati e imbavagliati. Mentre uno dei criminali era rimasto fuori a fare da palo, gli altri due erano entrati dentro l’abitazione, approfittando del momento ’perfetto’, quello in cui la padrona di casa ha aperto la portafinestra che dà sul retro per fare uscire il cagnolino. È in quell’istante che il malvivente afferrò al collo la donna, le tappò la bocca e la scaraventò a terra: riportò anche gravi lesioni per dei cazzotti in viso. Anche il marito venne bloccato dal complice.

Entrambi furono incaprettati: scotch su braccia, gambe e bocca, mani e piedi immobilizzati con delle lenzuola prese dal mucchio dei panni da stirare. In poco tempo i banditi fanno razzia di tutto ciò che di prezioso riescono a trovare nelle stanze, orologi e monili. Refurtiva che, assieme ad arnesi da scasso, venne poi recuperata sull’auto, intercettata in piazza don Minzoni da un posto di blocco che diede inizio a un inseguimento da film. Le indagini, condotte dal sostituto procuratore Fedele La Terza, proseguono per rintracciare gli altri due rapinatori.

ste.bro.