"Una colletta contro i veleni della 429"

I residenti lanciano una raccolta fondi on line: "L’obiettivo? Assoldare un pool di tecnici e piantare alberi capaci di depurare il sottosuolo"

L'assemblea al circolo Sant'Andrea (foto Gasperini/Germogli)

L'assemblea al circolo Sant'Andrea (foto Gasperini/Germogli)

Empoli, 13 giugno 2021 - "Finché non avremo i risultati della analisi è inutile pensare di bonificare la 429". Così si era espressa il sindaco Brenda Barnini, nei giorni scorsi, al circolo Arci di Sant’Andrea, in occasione dell’incontro pubblico per parlare dell’inchiesta Keu, in base alla quale scarti nocivi prodotti dalle concerie di Santa Croce sarebbero diventati parte integrante delle massicciata del lotto 5 della nuova strada regionale. Ottomila tonnellate sarebbero state nascoste lì sotto. I residenti temono che ogni giorno che passa sia un giorno perso, anche alla luce delle indiscrezioni da fonti investigative, secondo cui vi sarebbero altissime concentrazioni di materiali inquinanti. Agire subito: è la parola d’ordine che si sono dati. Per farlo, però, i cittadini hanno c’è bisogno di risorse economiche, anche perché le azioni da mettere in campo per la salvaguardia della propria salute sono molte.

Per cercare di reperire fondi a sostegno della loro causa è stato lanciato un crowdfunding, un finanziamento collettivo, sulla piattaforma Eppela. Il promotore è Dario Mandriani, in rappresentanza degli abitanti di via Piangrande, quella più a ridosso del tratto potenzialmente avvelenato e che utilizzato l’acqua dei loro pozzi privati. "La preoccupazione dei residenti è enorme – dice Mandriani - Sebbene Arpat, effettuando le analisi dei pozzi, non abbia riscontrato presenza di cromo esavalente e metalli pesanti, il rischio che tali materiali possano inquinare la falda acquifera è reale. Ciò significherebbe un disastro ambientale e malattie per i residenti. Il progetto dell’acquedotto e un primo carotaggio per la bonifica della strada sono in corso, ma non basta: è una situazione di emergenza, non possiamo perdere tempo prezioso".

I fondi raccolti serviranno a finanziare vari obiettivi: i costi di allacciamento alla rete idrica non sostenibili dall’amministrazione locale; la consulenza di esperti nei settori di bonifica, acque, geologia, chimica. Tra le azioni di bonifica attuabili per l’area contaminata i promotori della raccolta fondi propongono un progetto di biorisanamento, piantando alberi capaci di depurare il sottosuolo dai metalli pesanti e tale da valorizzare la zona anche in modo paesaggistico. L’aiuto economico che arriverà dal crowdfunding servirà anche a sostenere le prime spese legali per l’accesso agli atti della magistratura e chiedere un risarcimento per i danni di salute e di svalutazione delle abitazioni sulle quali ancora molti stanno pagando mutui bancari. I cittadini vogliono andare fino in fondo coinvolgendo e sensibilizzando la popolazione "con materiale divulgativo, organizzare eventi, come una biciclettata collettiva, capace – spiega Mandriani - di mostrare a tutti la bellezza del territorio, e la visione di film di denuncia, utili a stimolare la riflessione".