"Finché non avremo i risultati delle analisi è inutile pensare di bonificare la 429"

Il sindaco Barnini, con i colleghi Falorni e Campinoti, chiarisce la strategia all’assemblea a Sant’Andrea con il comitato ’No keu’’

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di Tommaso Carmignani

Il sindaco Brenda Barnini comincia con una battuta. A denti stretti, ma è pur sempre una battuta. "Non avrei mai immaginato di tornare qui a parlare ancora di 429. Dopo le assemblee degli anni scorsi – dice il primo cittadino – il sentimento di tutti era di essere finalmente riusciti a raggiungere un obiettivo che il territorio aspettava da decenni, e invece…". Invece eccoci di nuovo qui, circolo Arci di Sant’Andrea, dove qualche tempo fa il tema erano i ritardi nella realizzazione della superstrada della Valdelsa, mentre oggi il problema è quello che ci è stato messo sotto. Il primo cittadino di Empoli, accompagnato dagli omologhi di Castelfiorentino e Gambassi (Alessio Falorni e Paolo Campinoti), parla senza peli sulla lingua, risponde alle domande e fissa i paletti.

Primo: le amministrazioni locali hanno conosciuto i termini della vicenda "esattamente come tutti, cioè il 15 aprile scorso. L’inchiesta giudiziaria è in corso – chiarisce Barnini – e non tocca a noi occuparcene". Secondo, la questione relativa alla bonifica. Il riferimento è alle indiscrezioni filtrate ieri da Firenze che certificherebbero la presenza dei veleni sotto la strada, indiscrezioni che preoccupano i cittadini e che tornano a turbare i sonni di chi questa vicenda la sta vivendo in prima persona. "Queste voci non aiutano, anche io le ho lette ma vi assicuro che dal legale che il Comune ha incaricato a margine della vicenda non ho ricevuto notizie in tal senso. I risultati ufficiali – spiega il sindaco di Empoli – dovrebbero arrivare entro fine giugno. Fino ad allora non potremo mettere le mani su un pezzo di strada che deve essere campionato per capire cosa c’è sotto, quindi è inutile parlare adesso di bonifica".

I cittadini, però, non si fidano. Chiedono di analizzare anche gli altri lotti, vogliono un piano di monitoraggio preciso e dettagliato per capire dove è il materiale tossico e che impatto sta avendo sui terreni lungo la nuova 429. Il sindaco prova a rassicurare l’assemblea annunciando un protocollo con Arpat per un lavoro di analisi e intervento. "La collaborazione che abbiamo avviato – spiega Barnini – ci porterà a fare altri controlli sia sui pozzi che sui terreni. Ma per gli interventi di bonifica, come detto, dobbiamo aspettare. Le valutazioni potranno essere effettuate solo quando si saranno concluse le indagini giudiziarie, saranno le analisi che fanno parte del protocollo di intesa con Arpat che ci diranno cosa fare per la bonifica e la messa in sicurezza".

Non c’è solo il problema dei terreni, ma anche dei pozzi. Ed è proprio a queste persone che il primo cittadino lancia una promessa.

"Chi utilizza i pozzi – dice Barnini – è il primo ad avere tutta la nostra attenzione. Abbiamo già iniziato a sviluppare un progetto di ampliamento dell’acquedotto per consentire in tempi congrui l’allaccio diretto di queste abitazioni. Le prime indagini sull’acqua hanno dato esito rassicurante, ma nel protocollo con Arpat chiederemo di fare analisi cadenzate".

Ai rappresentanti dell’assemblea No Keu, però, le rassicurazioni del sindaco non bastano. "Nei giorni scorsi avevamo chiesto un incontro istituzionale con la sindaca di Empoli Brenda Barnini – scrivono in una nota – che invece ci ha invitato ad un’iniziativa pubblica convocata da lei alla presenza anche di altre realtà che come noi le avevano chiesto un incontro". Si parla di alcune rilevazioni di Arpat relative al 2018 e al 2019 in cui segnalava alle autorità competenti, tra cui la Regione, le "non conformità relative all’indicazione dello stato fisico del Keu". Prosegue il comitato. "I rifiuti inquinanti sono continuati ad uscire e, a quanto ne sappiamo, continuano anche oggi. E la Regione, mentre andava in scena l’approvazione di un emendamento che favoriva di fatto coloro che si comportavano in questo modo, cosa ha fatto? Stando a queste informazioni, ci sembra ancora più evidente che il problema non sia principalmente ed esclusivamente l’infiltrazione malavitosa, né tanto meno che si possa parlare di mele marce. Ancora di più ci appare manifesto che ci troviamo di fronte ad un sistema di gestione dei servizi pubblici e della salute della collettività insostenibile e ingiusto, in cui gli interessi privati permeano l’azione politica".

C’è anche un fuoriprogramma, quello di un cittadino che arriva da Ponte a Elsa per parlare di Ecomostro. Chiede un confronto col sindaco, ma viene invitato ad andarsene. Momenti di leggera tensione, ma tutto rientra alla svelta, come quando alla fine entrano in scena i centri sociali. I toni si animano, ma fa parte del gioco. E quando la discussione diventa urlata l’assemblea perde d’interesse.