
Due agenti della polizia di Stato durante i controlli sul territorio (foto di repertorio)
Lancio di bottiglie, violenza verbale, strattoni. Un’altra serata di paura al Circolo Arci di Santa Maria, lungo via Livornese, a Empoli. Lunedì, poco prima della chiusura del locale a mezzanotte, un uomo ha seminato il panico tra avventori e personale. Un copione che si ripete. Quella dell’altra sera infatti non sarebbe la prima volta, ma una delle tante. Lo stesso soggetto – già noto alle forze dell’ordine per episodi simili in altri locali della zona, da Empoli a Castelfiorentino – avrebbe collezionato decine di denunce. E qui, il problema.
"Ogni volta, dopo aver commesso il fatto – si sfogano dal Circolo della frazione – il malintenzionato torna libero. Siamo costretti a difenderci da soli. Questa ormai è diventata un’abitudine". Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo – un nordafricano sulla quarantina e in evidente stato di alterazione dovuto, si ipotizza, all’alcol e alla dipendenza da droghe – avrebbe iniziato a inveire contro alcuni clienti, lanciando sedie e rompendo bottiglie. Una situazione ingestibile che avrebbe richiesto l’intervento degli agenti. Portato via il balordo, però, nulla si è risolto.
"Si è trattato di uno squilibrato – spiega Piero Bartalucci, presidente del Circolo, ricostruendo la vicenda –. Sempre lo stesso, che gira per i bar della città provocando danni e disagi. Non è una novità. Il problema sicurezza esiste ovunque in Italia, non solo a Empoli, e servirebbero provvedimenti più seri". Bartalucci però tiene a sottolineare un punto: "La domenica al Circolo ospitiamo famiglie africane che consociamo bene, che vengono regolarmente a pranzare e che nulla a che vedere hanno con questo soggetto fuori controllo. Un caso isolato".
Ancora più amareggiato è Paolo Ammannati, 33 anni, gestore del Circolo dal 2021. "È ordinaria amministrazione, succede da anni – racconta esasperato–. Questo soggetto è conosciuto, ha distrutto sedie, porte, bottiglie. Lunedì è stata ordinaria amministrazione, episodi che non fanno più notizia. Quest’uomo è immune a qualsiasi tipo di procedimento legale: lo portano via e poche ore dopo te lo ritrovi davanti che continua a infastidire e minacciare".
La preoccupazione maggiore riguarda le dipendenti. "Quando trova dietro al bancone una ragazza diventa ancora più aggressivo. Chiede da bere con insistenza, diventa violento. Io posso difendermi, ma mi sento anche responsabile dell’incolumità di chi lavora con me. L’altra mattina sono andato ad aprire insieme a una delle dipendenti per assicurarmi che non ci fossero problemi. Non è vita". Secondo quanto riferito, l’uomo avrebbe già un provvedimento di espulsione ma non può essere rimpatriato a causa di una cura in corso per problemi psichiatrici. Così, ogni volta che viene fermato, la storia si ripete. "E noi – concludono dal Circolo – restiamo soli".
Y.C.