Infermiere spiate, nel mirino il guardone dell’ospedale. Rischia l’accusa di revenge porn

Indagini sul caso delle infermiere spiate sotto la doccia a Empoli: potrebbero essere più di uno

Anche la polizia postale, oltre ai carabinieri, indaga sul caso (foto archivio)

Anche la polizia postale, oltre ai carabinieri, indaga sul caso (foto archivio)

Empoli, 3 giugno 2022 - l voyeur (ma non è esclusa l’azione di più persone) rischa l’accusa di «revenge porn» oltre a quella di «accesso abusivo a un sistema informatico o telematico», dopo il ritrovamento del congegno con cui venivano spiate sotto la doccia le operatrici sanitarie dell’ospedale di Empoli.

Attorno alla vicenda-scandalo che ha travolto il San Giuseppe si fa sempre più forte il sospetto che le immagini rubate possano essere state registrate e siano già finite nel web. Per trovare conferme la procura di Firenze ha chiesto il supporto della polizia postale e dei suoi detective informatici per setacciare ogni angolo della Rete. 

I carabinieri, cui sono state affidate le indagini per risalire al responsabile o ai responsabili, hanno raccolto testimonianze e visionato le immagini della video sorveglianza del presidio di viale Boccaccio. Ma sull’esito delle prime verifiche viene mantenuto il massimo riserbo. Tra le vittime sale la rabbia e la preoccupazione. Sono tante le donne che dopo un estenuante turno di lavoro, costrette in tute anti Covid, cercavano un po’ di refrigerio sotto il getto d’acqua, inconsapevoli che da uno spioncino venivano osservate.

La telecamera ritrovata sotto il miscelatore dell’acqua nel box doccia aveva la grandezza di una mosca ed era collegata con un sottilissimo cavo fatto passare attraverso la parete a un monitor collocato negli spogliatoi riservati al personale addetto alla manutenzione. I due locali sono confinanti. Ad accorgersi dell’occhiolino è stata una operatrice sanitaria mentre si stava facendo la doccia.

Guardandolo meglio, ma soprattutto sollecitandolo con delle pinzette, tutto è stato improvvisamente chiaro. Lo spioncino è stato estratto dalla parete e con esso il filo cui era attaccato. Il resto (il monitor) è stato rinvenuto dai carabinieri. I militari hanno controllato tutti gli spogliatoi alla ricerca di altri apparecchi, ma senza esito.

L’Asl ha aperto un’indagine interna. Non è stato ancora chiarito da quanto tempo le vittime venissero spiate. Alcune infermiere, in base a quanto riferito dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, avevano notato già alla fine dello scorso anno dei forellini sospetti nella doccia quando erano stati fatti dei lavori per sostituire i vetri del box. Il monitor era su una parete in modo che rimanesse nascosto da un attaccapanni e dai vestiti appesi. Sia allo spogliatoio delle donne che al locale attiguo si accede con un badge in possesso solo da chi è autorizzato, circostanza che lascerebbe supporre il coinvolgimento di personale che frequentava gli ambienti e li conoscesse bene.