
Il 70enne racconta l’aggressione subita domenica in via Roma "Mi ha preso il cellulare dalle mani, mi ha spinto e sono caduto".
Sta bene e vuol ringraziare tutti. Chi non si è voltato dall’altra parte – i passanti e l’esercente che lo hanno aiutato a rialzarsi dal marciapiede senza farsi impressionare dalla faccia tumefatta e sanguinante –, i soccorritori della Pubblica Assistenza Croce d’oro di Limite sull’Arno, e chi – le forze dell’ordine, in primis la polizia di Stato che ha materialmente arrestato il suo aggressore – potrà rendergli giustizia, al netto di colpi di scena.
Il 70enne rapinato da un 40enne straniero alle 12.30 di domenica a Empoli, nella centralissima via Roma, trova la forza di parlare nonostante lo choc ancora da scuotere. Non sarà facile, no. Le ferite del corpo e dell’anima hanno tempi diversi di guarigione.
"Sì, voglio raccontare quanto mi è capitato per evitarlo ad altri perché sarebbe potuto accadere a chiunque in qualsiasi luogo", dice chiedendo però di essere tutelato dall’anonimato, tanta è la paura, tanta è la vergogna essendo per giunta persona molto conosciuta in città. "Perché alla fine è colpa mia...": la risposta secca e ferma è sorprendente.
Scusi, ma come può sentirsi responsabile per il fatto di essere stato rapinato?
"Sono stato ingenuo. E non è più il tempo di offrirsi così a uno sconosciuto per pura carità".
Si spieghi meglio.
"Ho incontrato quell’uomo in piazza del Popolo. Mi ha fermato per domandarmi dove fosse la mensa Caritas. Vedendolo spaesato, mi sono offerto di accompagnarlo di persona a piedi in via XI Febbraio, ma abbiamo trovato chiuso. Ed è allora che mi ha chiesto di cercare un altro punto Caritas su Google Maps sul cellulare. Il problema è che il cellulare me l’ha preso e ha iniziato a camminare...".
E lei come ha reagito?
"L’ho inseguito per farmelo restituire e lui mi ha risposto chiedendomi soldi. Ho avuto paura. Gli ho afferrato un braccio d’istinto per impedirgli di scappare, mi ha spinto e sono caduto a terra in via Roma. Il dolore è stato forte, mi sono messo a urlare sperando di attirare l’attenzione di qualcuno".
E in effetti qualcuno, anzi più di uno, l’ha sentita.
"In quei momenti terribili ho avuto la fortuna di trovare delle persone splendide. Oltre a soccorrermi e a chiamare l’ambulanza, c’è stato chi si è preoccupato di inseguire il ladro vedendolo entrare in un palazzo di piazza delle Stoviglie. Le testimonianze sono state decisive per permettere alla polizia di arrestarlo".
È arrabbiato?
"Anche con me stesso. Non so se potrò ricominciare a uscire da solo la sera, tornare alla mia normalità dopo quello che è successo. Per ora fa male".
elisa capobianco