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Carlo Castellani, il bomber dell'Empoli che si offrì ai nazisti per salvare suo padre

Finito a Mauthausen, morì nel 1944: ha salvato il padre. Il figlio Franco ha spesso raccontato la storia

Franco Castellani con i documenti e le foto di suo padre Carlo (Foto Germogli)

Empoli, 27 gennaio 2024 – La storia è di quelle da raccontare. Oggi ancora di più. Bomber degli anni '30, morì in un campo di concentramento nel 1944. Carlo Castellani nasce nel 1909 a Fibbiana, una frazione di Montelupo Fiorentino. In giovanissima età esordisce nell'Empoli, di cui diventa ben presto il bomber e la bandiera, tanto da essere ancora il secondo realizzatore di tutti i tempi del club azzurro. Poi una parentesi al Livorno, il Viareggio e di nuovo l'Empoli. Smise di giocare nel 1939, quando scoppiò la guerra. Sposato, due figli, lavorava col padre prima di aprire una segheria. Nella notte tra il 7 e l'8 marzo la sua vita cambiò. Erano i giorni degli scioperi antifascisti. La risposta fu un rastrellamento a tappeto. Spuntarono una serie di liste, in una c'era il nome di David, il padre di Carlo (erano presunte alcune origini ebraiche).

Quella notte successe tutto. I carabinieri bussarono alla porta, David aveva la febbre. Si offrì Carlo per un colloquio con il maresciallo. Almeno, gli era stato detto così. Non rivedrà più la sua famiglia. Dalla caserma di Montelupo arriva a Firenze e da lì con un treno verso Mauthausen. Morì l'11 agosto del 1944 dopo atroci sofferenze nel campo di concentramento. A Carlo Castellani è stato intitolato poi lo stadio di Empoli e anche quello di Montelupo Fiorentino.