
Emozioni e commozione per Carlo Castellani
"Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana". Sulla targa è incisa una frase di Erno Egri Erbstein, calciatore e allenatore ungherese che perse la vita nella tragedia di Superga con il Grande Torino, dopo essere sopravvissuto ai campi di sterminio. E’ un messaggio nel ricordo di Carlo Castellani, indimenticato calciatore dell’Empoli deportato a Mauthausen dove morì l’11 agosto 1944. Avrebbe dovuto svolgersi nel Giorno della Memoria la cerimonia di consegna della targa al figlio del campione, Franco Castellani. Ma proprio lo scorso 27 gennaio se ne è andata alla soglia dei 90 anni Carla Castellani, figlia di Carlo, che insieme a Franco ha raccontato per anni la storia del babbo, a cui è intitolato anche lo stadio dell’Empoli. La consegna, dunque, si è svolta ieri grazie alla disponibilità della società del presidente Fabrizio Corsi e del Gruppo Giornalisti Sportivi Toscani (Ussi Toscana) che insieme hanno voluto omaggiare l’ex goleador della squadra azzurra. Un momento toccante che ha lasciato spazio alle testimonianze e ai ricordi.
"La consegna della targa è un’iniziativa per ringraziare Carlo, per quanto ci ha insegnato col suo esempio di vita" ha detto Gaia Simonetti di Ussi Toscana, leggendo i testi scritti dai ragazzi delle scuole medie Vanghetti in ricordo di Castellani. Con emozione è stato lo stesso Franco Castellani a ripercorrere la storia di famiglia e i tempi d’oro prima della deportazione, quelli in cui il padre, giovane promessa del calcio "andava a fare gli allenamenti in carrozza, senza guadagnare niente". "Con la morte di mia sorella sono rimasto solo a ricordarlo - ha dichiarato - Ma non mi fermo. Ho visto tanti giovani piangere ascoltando i miei racconti". Un dovere civico e morale, il suo: quello di portare avanti la memoria. Lo ha sottolineato l’assessore allo Sport di Empoli Fabrizio Biuzzi. "Certe iniziative non sono mai scontate - ha affermato l’assessore - E’ fondamentale tramandare la memoria alle nuove generazioni". Alla consegna della targa hanno preso parte anche Lorenzo Nesi, assessore alla Memoria di Montelupo Fiorentino, e Alessio Mantellassi presidente del Consiglio Comunale di Empoli. "Grazie a Franco - ha detto Mantellassi - per essersi fatto carico della storia di suo padre, condividendo il suo dolore e trasformandolo in qualcosa di positivo. Oggi rinnoviamo l’impegno a tenere alta l’attenzione sul tema della deportazione, non solo razziale ma anche politica". Da gran tifoso dell’Empoli Calcio, Franco non ha nascosto la passione per la tribuna. "In questo stadio mi sento a casa - ha concluso tenendo stretta la targa - Quest’anno, poi, l’Empoli mi sta facendo divertire tanto".
Ylenia Cecchetti