Miele falso, 7mila aziende a rischio sopravvivenza

Un barattolo su due non è puro. Il prodotto contraffatto arriva soprattutto da Cina e Tunisia

Miele, un barattolo su due è contraffatto (foto archivio Ansa)

Miele, un barattolo su due è contraffatto (foto archivio Ansa)

Firenze, 2 maggio 2024 - Sono oltre 7mila le aziende apistiche della Toscana la cui sopravvivenza è messa a rischio a causa della concorrenza sleale di miele 'fake' che arriva dalla Cina, prima di tutto, e da altri paesi extraeuropei. A dirlo è Coldiretti Toscana che ha lanciato una nuova raccolta firme per chiedere al prossimo parlamento Ue, che uscirà dalle elezioni di giugno 2024, di approvare una legge comunitaria per estendere l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Unione europea.

Nella nostra regione le oltre 7mila aziende apistiche si prendono cura di 170mila alveari e 20mila sciami, producendo numerose tipologie di miele, dall’acacia al castagno, dall’edera al girasole, dalla sulla al rovo. Molte di queste aziende, e in numero sempre crescente, sono gestite da donne e giovani. Un patrimonio che rischia di essere spazzato via dal miele contraffatto.

Un barattolo su due che entra nel mercato europeo e proveniente da fuori Ue, non è puro ma è ‘allungato’ con sciroppi zuccherini e ‘tagliato’ con coloranti per falsificare l’origine botanica, al fine di aumentarne le quantità ed abbassarne il prezzo. Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette controllate risulta provenire dalla Cina, mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia.

Qualcosa a livello europeo, però, si sta muovendo: da parte della plenaria del Parlamento Ue è arrivato il via libera all’accordo politico provvisorio con il Consiglio sulle norme aggiornate in materia di composizione, denominazione, etichettatura e presentazione di alcuni prodotti alimentari per la prima colazione, ossia la cosiddetta 'Direttiva Breakfast'.

«Le norme di aggiornamento contrasteranno le importazioni di miele adulterato da paesi terzi attraverso l’etichettatura obbligatoria e chiaramente visibile del paese di origine e avvieranno un processo per creare un sistema di tracciabilità del miele. Nel caso delle miscele saranno indicate anche le percentuali con cui ciascun paese partecipa alla composizione di quel prodotto. E’ un bel passo avanti verso la trasparenza. – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana - Trasparenza, tracciabilità e reciprocità sono per noi principi irrinunciabili per tutelare il reddito delle imprese agricole e la salute dei cittadini».

Per arrivare all'obiettivo di presentare la proposta di legge comunitaria per l'estensione dell'obbligo dell'etichetta di origine su tutti i prodotti alimentari in commercio in Unione europea servono almeno un milione di firme. Per sottoscrivere la petizione basta andare ad una sede di Coldiretti e nei mercati di Campagna Amica. «Coldiretti vuole essere, così come lo è stata con la legge contro il cibo sintetico, di stimolo e di esempio per gli altri paesi sulla trasparenza del cibo. – spiega ancora la presidente regionale, Cesani – Non siamo assolutamente contrari alle importazioni. ma tutto che entra nel mercato Ue deve rispettare le stesse regole a cui devono sottostare le imprese dei Paesi membri. E’ una battaglia di civiltà di fronte alla quale non faremo sconti».