
Il presidente di Abi, Antonio Patuelli
Firenze, 16 agosto 2023 – Le famiglie sono ancora preoccupate per i rincari, compreso quelli che interessano le rate dei mutui a tasso variabile. Secondo l'osservatorio nazionale Federconsumatori chi, per acquistare la casa, ha preso in prestito dalle banche 115mila euro, spalmati su 25 anni, con un tasso variabile, ha subito un aumento del 44% rispetto al 2022 e del 64% rispetto al 2021, con una stangata da 2.500 euro l'anno. Aumenti insostenibili per le famiglie, alle quali si rivolge Abi, l'associazione nazionale delle banche, con un memorandum in cinque punti nel quale ricorda le possibilità che oggi sono disponibili in Italia per ridurre l'impatto del rialzo dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile.
- Concordare con la propria banca l'allungamento della durata del mutuo. Ai primi segnali di possibili difficoltà il titolare del mutuo deve rivolgersi alla propria banca per valutare le possibili soluzioni.
- Chiedere una revisione anche di altre condizioni contrattuali, oltre quelle del mutuo;
- Effettuare la surroga dei mutui, cioè sfruttare la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario ad un'altra banca, modificandone le relative condizioni contrattuali.
- Ricorrere al Fondo di solidarietà per i mutui prima casa, il cosiddetto “Fondo Gasparrini”, che permette di sospendere il pagamento della rata del mutuo ipotecario per l'acquisto dell'abitazione principale, fino a 18 mesi, allungando il piano di ammortamento per il periodo della sospensione, in caso di eventi, quali ad esempio la perdita del posto di lavoro, la cassa integrazione o la riduzione del fatturato per i lavoratori autonomi.
- Trasformare il mutuo da tasso variabile a tasso fisso. La legge di bilancio per il 2023 ha disposto che le banche siano obbligate alla trasformazione, in caso di richiesta del mutuatario che non sia in ritardo nei rimborsi, per i mutui di importo fino a 200mila euro e con l'Isee del mutuatario che non deve superare 35 mila euro.