Superbonus, stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura. In Toscana è costato 6,5 milioni

Ristrutturati oltre 37mila edifici, di cui più di 16.800 unifamiliari e 7.185 condomini

Un cantiere

Un cantiere

Fienze, 28 marzo 2024 – Il Superbonus 110 in Toscana è costato 6,5 miliardi di euro allo Stato. Secondo i dati dell'ultimo report di Enea, aggiornati al 29 febbraio 2024, questa è infatti la cifra delle detrazioni maturate per lavori conclusi. Oltre 37mila edifici, di cui più di 16.800 unifamiliari e 7.185 condomini, sono stati ristrutturati con il Superbonus e i lavori realizzati sono ad oggi il 94,5% del totale. L'investimento medio fatto dai condomini è stato di 470.558 euro, chi ha invece fatto interventi su edifici unifamiliari ha speso mediamente 11.641 euro e oltre 92.200 euro la spesa media per le unità funzionalmente indipendenti.

Il Superbonus e gli altri bonus edilizi hanno avuto “gravi effetti sulla finanza pubblica”, ha detto il ministero del'Economia Giancarlo Giorgetti, e per questo il governo è corso di nuovo ai ripari con una nuova stretta sulle agevolazioni per chi fa interventi edili. Il decreto approvato dal consiglio dei ministri cancella sconto in fattura e cessione del credito per tutti i bonus edilizi e abolisce la possibilità della cosiddetta “remissione in bonis”. Vediamo, in dettaglio, cosa prevede l'ennesima modifica delle agevolazioni fiscali in edilizia.

Cessione del credito e sconto in fattura

Alcuni bonus edilizi, come quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche e il sismabonus, prevedevano ancora la possibilità di cedere il credito e chiedere direttamente da chi commissiona i lavori lo sconto in fattura. Questa possibilità è stata cancellata. Unica forma di recupero di quanto speso, secondo la percentuale prevista per il 2024, resta la detrazione fiscale.

Remissione in bonis

Anche la cosiddetta remissione 'in bonis' viene eliminata. Addio, dunque, alla possibilità per il contribuente di presentare in ritardo, entro il 15 ottobre 2024, la documentazione richiesta per accedere ai bonus edilizi, previa pagamento di una piccola sanzione. Il termine ultimo per caricare i documenti è il 4 aprile 2024.

Credito d'imposta

Il credito d'imposta accumulato con interventi che rientrano nei bonus edilizi sarà compensato prima con i debiti già accertati con il fisco. Al fine, infatti, «di evitare - si legge nella nota del governo - la fruizione dei bonus edilizi anche da parte dei soggetti che hanno debiti nei confronti dell’erario, come già previsto nel nostro ordinamento in altri casi, si dispone la sospensione, fino a concorrenza di quanto dovuto, dell’utilizzabilità dei crediti di imposta inerenti i bonus edilizi in presenza di iscrizioni a ruolo o carichi affidati agli agenti della riscossione relativi imposte erariali nonché ad atti emessi dall’Agenzia delle entrate per importi complessivamente superiori a euro 10mila, se scaduti i termini di pagamento e purché non siano in essere provvedimenti di sospensione o non siano in corso piani di rateazione per i quali non sia intervenuta decadenza».

Dichiarazione preventiva

Il contribuente deve comunicare l'intenzione di accedere ad uno dei bonus edilizi prima che inizino i lavori, nella fase di progettazione. Questo per evitare che lo Stato venga a conoscenza dei crediti solo quando le fatture vengono caricate sull’apposita piattaforma dell'Agenzia delle entrate. Chi non presenta la dichiarazione (o comunicazione) preventiva rischia una sanzione di 10mila euro, mentre per i nuovi interventi è prevista la decadenza dall’agevolazione fiscale.

Agevolazione Ace per le imprese

Per evitare usi fraudolenti, il decreto prevede la riduzione a una la possibilità di cessione del credito di imposta Ace (aiuto alla crescita economia) per le imprese, l'estensione della responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione e il rafforzamento dei controlli preventivi in materia di operazioni sospette.