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Verona, 7 settembre 2016 - Show e risate in salsa toscana per la prima di Pieraccioni, Conti e Panariello, che hanno presentato a Verona il loro spettacolo. Show in piena regola battezzato dalla pioggia porta fortuna del pomeriggio. Che poi si è trasformata in musica sulle note di "A Sky full of stars" dei Coldplay e ha visto combattere in scena tre gladiatori dello spettacolo per due ore ininterrotte a colpi di risate. Partendo dalle origini della triade toscana con lo spettacolo "Fratelli d'Italia" nel '94.
L'inizio è con momenti amarcord: foto e ricordi sul "come eravamo", per passare alle riflessioni sui tempi moderni fatti di smartphone e social network, di cui è facile diventare vittime come negli sketch surreali che vedono protagonisti Romeo e Giulietta dinnanzi ad un consulente matrimoniale o i tre toscanacci alle prese nei camerini a controllarsi i cellulari tempestati da "whatsapp" d'amore. Il tutto grazie ai simpatici contributi di Belen Rodriguez, Sabrina Ferilli e Cristiano Malgioglio.
Non potevano poi mancare i personaggi cult di Panariello come Silvano, Merigo, Mario il bagnino, applauditissimi dal pubblico come quelli improbabili interpretati da Pieraccioni, nel surreale "Montale e quale", talent di poesia in cui, insieme a Panariello, rappresenta varie tipologie di poeta moderno.
Toccante, tra i brani cantati dal regista durante lo show, quello dedicato alla figlia Martina accompagnato dall'altro momento musicale sul tema della fine della stagione estiva raccontato da un Panariello- Bagnino sempre coinvolgente.
Fra i bersagli non mancano i politici come Brunetta ("Si era candidato come sindaco a Venezia...ma con l'alta marea bisogna fare snorkeling per parlare con lui"), Santanché ("Non si sa dove buttarla..e' tutta di plastica") e l'immancabile Renzi ("Lui c'ha una marcia in più...peccato che non gli entra").
Ma per il teatro surreale, azzeccata e di forte impatto ed interazione con il pubblico è la trovata di "Maranda", nome di fantasia dato allo spettacolo di due sedicenti attori teatrali russi che se sentono ridere il loro pubblico ripetono all'infinito le proprie battute con varianti sempre diverse per far ridere ancora di più .
E da qui, gag su gag, che vedono un Carlo Conti personificato in un totem dispensatore di filosofia, che si presta ad essere deriso dallo spettatore, che ripercorre con i tre toscanacci le tappe salienti della loro carriera artistica in una nuova forma di varietà contemporaneo nel quale spiccano i sapori genuini e forti della comicità toscana, irriverente e schietta ma, allo stesso tempo, capace di alleggerire mente e cuore dai problemi di oggi.
Finale dello spettacolo a sorpresa, con Pieraccioni e Panariello invecchiati che si ritrovano ancora 20 anni dopo, nel 2036 e parlano della scomparsa di Conti dopo 22 conduzioni consecutive di Sanremo, nelle quali lui stesso ha vinto fino al momento della sua morte. Della serie "se ne vanno sempre i migliori", con battute sulla loro vita e su quella di Carlo arrivato ad essere onnipresente e potente, tanto da comparire sul led in chiusura in versione di papa.
Una reunion che sa divertire e far riflettere e che ha dimostrato ancora una volta, dopo 20 anni, di essere fresca, tanto da portare gli artisti dimenticarsi qualche battuta o di non riuscire a trattenere la risata anche di fronte a migliaia di persone come accade agli amici di vecchia data. Tre amici che, pur percorrendo strade diverse, non si sono mai persi di vista, rimanendo quel trio "ad alto gradimento", di ragazzi scanzonati che, partito dall'Arena di Verona, è pronto a conquistare tutti gli Italiani, registrando sold out ad ogni tappa. La prossima, il primo ottobre ad Assago.