
Mirka Andolfo
Prato, 14 febbraio 2022 - Una vera stella del fumetto, Mirka Andolfo. Napoletana di origine, torinese di adozione, classe 1989, ha già una lunga serie di successi alle spalle e adesso è tornata a incontrare i suoi fan con un tour in tutta Italia per parlare della sua ultima creazione, Sweet Paprika. L'abbiamo incontrata alla fumetteria Book Seller di Prato.
La tua Paprika è un personaggio fuori dai canoni.
Paprika, così come tutti i miei personaggi, nasce dalla mia voglia di creare qualcosa di nuovo. Ho sempre amato disegnare diavoli e angeli, in particolare i diavoli e in particolare le ragazze, lei è l'unione di queste cose. Quando l'ho creata ho pensato che sarebbe stato carino giocare sul fatto che Paprika è una diavoletta ma in realtà è anche molto timida e sensibile, all'inizio anche insicura, poi si è sviluppata verso un dualismo: sul lavoro vincente e con la situazione sotto controllo, nel privato è molto sola, soffre per il proprio passato per il rapporto col padre, l'ex fidanzato manipolatore. Come se avesse un blocco che le impedisce di aprirsi agli altri.
Le donne nel fumetto sono state per decenni molto spesso personaggi di supporto, spalle, magari importanti o anche fondamentali, ma raramente protagoniste.
Quando lavoro ai miei fumetti mi piace lavorare sui personaggi femminili e rappresentarli come protagoniste, "badass" (toste, ndr). Perché posso immedesimarmi meglio, ma questo non significa che in futuro non potrei puntare su un personaggio maschile.
Anche la tua storia personale di autrice è importante: sei stata la prima italiana a realizzare una storia completa per la Dc Comics. Ti senti un esempio per le giovani che aspirano a una carriera nel fumetto? In fin dei conti per tanto tempo le donne nel fumetto sono state quasi una rarità.
Lo spero. Se sapessi di essere un buon esempio mi farebbe molto piacere, se lo sono o no non sta a me dirlo. Se qualcuno vede i miei fumetti e sente accendersi la passione per il mestiere non posso che gioirne.
Qual è stata la tua formazione da lettrice?
Io sono cresciuta tanto con i manga e con i fumetti Disney, soprattutto Topolino, poi mi sono appassionata a Witch è questo ha influenzato molto il mio stile e il mio modo di raccontare. E mi ha spinto a voler fare questo mestiere. Poi quando ho conosciuto il mondo dei manga ho visto qualcosa di completamente diverso. E mi sono avvicinata anche al fumetto americano. Mi piace pensare che quello che faccio sia un misto di tutto quello che amo o che ho amato in passato. E' importante per un autore non focalizzarsi solo su uno stile, è importante lasciarsi influenzare.
Il tuo è un sapiente uso dei social. Che rapporto hai con queste piattaforme?
Io ho iniziato pubblicando su Facebook. Sono molto importanti per un autore, ma non per la gloria o il facile successo: piuttosto per la possibilità di confrontarsi con altre persone, avere un immediato riscontro al proprio lavoro. Una circolazione delle idee che non può che fare bene. E potenzialmente si può scoprire un nuovo autore ogni giorno.