Centenario Pucciniano, Veronesi lancia la crociata per difendere l’opera lirica

Il presidente delle Celebrazioni vara il programma dei concerti del 2024 in Toscana e nel mondo. "Cominciamo a Lucca e alla Camera dei Deputati. Torna Chailly con la Scala. Convenzione con la Rai"

Viareggio (Lucca), 31 dicembre 2023 - L’opera lirica? Un bene universale da difendere. Soprattutto dai registi che la stravolgono. E’ il pensiero, e anche la missione, del maestro Alberto Veronesi, presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Puccini che avvenne cent’anni fa.

Il maestro Alberto Veronesi
Il maestro Alberto Veronesi

Maestro, il programma delle celebrazioni è pronto? Nel Comitato va tutto bene?

"Siamo pronti da mesi. Ma il governo ha nominato altri due membri del Comitato, e quindi procederemo quando gli incarichi saranno esecutivi. Il Governo vuole essere presente, ha scelto due illustri professori universitari".

Allora eventi, concerti e spettacoli sono congelati?

"No, il programma 2024 è di enorme prestigio. A gennaio avremo un grande concerto di gala a Viareggio e due concerti alla Camera dei deputati per il Giorno della memoria, e il 24 febbraio: entrambi ripresi dalla Rai. Sotto Pasqua a Lucca avremo il galà lirico con Nadine Sierra e l’esecuzione di un oratorio. Inoltre eventi all’estero: Myung-Whun Chung dirigerà alla Concertgebouw di Amsterdam; Daniele Gatti la Sächsische Staatskapelle Dresden; Vladimir Jurovskij alla Rundfunk Berlin; Esa-Pekka Salonen la grandissima London Philarmonia Orchestra. E nelle Terre di Puccini tornerà la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly".

Nessuna opera?

"Noi portiamo i direttori e le orchestre più grandi, gli allestimenti d’opera avrebbero costi quattro volte superiori. Però col progetto giovani presenteremo una Bohème agli studenti, rivalutando i teatri storici di tutta Italia che sono inutilizzati. Avremo importanti mostre e un documentario con la Rai, sponsorizzeremo il Giro d’Italia. Stiamo parlando con Riccardo Muti, vediamo se accetta di dirigere un grande concerto pucciniano".

Allora, dopo le discussioni, nel Comitato è tornato il sereno?

"C’è chi fa paragoni col Comitato delle celebrazioni del 2008. Era guidato da Bruno Ermolli. Rispetto a loro, abbiamo abbiamo già ampiamente doppiato i grandi eventi sul territorio. Il centenario è nel 2024 e noi abbiamo già fatto due concerti con la Scala, due con i Wiener Philarmoniker a Lucca e Vienna, due recite di Gianni Schicchi con la Budapest Festival Orchestra diretta da Ivàn Fischer. E poi Zubin Mehta, Beatrice Venezi... Abbiamo già fatto più eventi di qualsiasi precedente celebrazione".

Eppure ci sono state forti polemiche.

"A qualcuno i successi altrui fanno male. Scommettevano sul fallimento del Comitato, ma abbiamo già anticipato gli eventi visto che nel 2024 tutti nel mondo faranno opere di Puccini".

I politici del territorio come si comportano?

"Il governatore della Toscana Eugenio Giani ha dichiarato che il comitato dovrebbe occuparsi di beni che durino nel tempo, come nel 2008 quando fu costruito il Teatro Puccini di torre del Lago: ma i soldi erano della Provincia e prestati dal Monte dei Paschi, il comitato di allora mise poco di tasca sua. Adesso l’unico progetto importante per il territorio sarebbe coprire il teatro all’aperto di Torre del Lago, creando una fondazione unica con tutti gli attori istituzionali: Provincia di Lucca, Regione Toscana, i Comuni di Lucca, Viareggio e Celle. Così il teatro vivrebbe anche d’Inverno".

E le case e le ville di Giacomo Puccini?

"In parte i soldi sono già stati attribuiti, ci aspettiamo che i Comuni ci facciano richiesta formale come ha ha già provveduto la Fondazione Puccini di Lucca. Siamo in attesa dei sindaci".

Vittorio Sgarbi ha proposto gemellaggi con l’estero per fare di Lucca una capitale culturale. Le celebrazioni pucciniane non sarebbero un’occasione da prendere al volo?

"Il Comitato ha già un gemellaggio con Milano e uno con Vienna. Negli Stati Uniti sarebbe bello farlo con New York, però il Metropolitan è già impegnato a programmare Puccini in continuazione. Sarebbe più facile contattare Miami, che ha già rapporti con Viareggio attraverso la nautica da diporto".

La scorsa estate ha diretto bendato La Bohème sessantottina di un regista francese. Lo rifarebbe?

"Certo, grazie a quella protesta molti adesso si pongono il problema delle regie estreme. In Italia mancano soldi per le orchestre giovanili e del Meridione, ma si buttano milioni in allestimenti che travisano l’opera. E proprio nel momento in cui il canto lirico italiano è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco! È legittimo fare battaglia per tutelare questo patrimonio da allestimenti che cambiano le trame e il senso dell’opera".

Da direttore artistico però accettò a Torre del Lago le scenografie non tradizionali dei grandi artisti di Pietrasanta.

"L’opera va interpretata, ma non va travisata. Le scenografie che fecero Yasuda, Cascella e Mitoraj non raccontavano un’altra storia. Ma Turandot in ospedale, lei e Calaf che fanno un incidente stradale... questo tende alla distruzione dell’opera lirica, e i soldi di quell’allestimento sono uno spreco. Ho creato l’associazione “Save Opera“ con cui farò anche azioni legali a tutela dell’opera lirica".

Spesso però la lirica dipinge situazioni che dopo 100 e più anni sembrano inaccettabili. In Puccini troviamo donne rovinate dagli uomini. Sono storie attuali di questi tempi?

"L’opera pucciniana è eterna, ha successo perché affronta tematiche di tutti i tempi. In Puccini non c’è il femminicidio, c’è il tema della violenza dell’uomo sulla donna, ma anche l’emancipazione della donna. In questo, Puccini è stato un antesignano. Nella Fanciulla del West Minnie disegna la società matriarcale guidata dalla saggezza, dal coraggio e dall’onestà del mondo femminile".

Qual è l’opera che preferisce dirigere?

"Più che un’opera ci sono momenti che sono il massimo del culmine emotivo per un direttore d’orchestra. Penso ai grandi duetti di Bohème , Tosca e Scarpia, Bimba dagli occhi pieni di malìa in Butterfly . Ma anche il Requiem dell’ Edgar , il duetto della Fanciulla e sicuramente la morte di Liù. Un direttore li vive nella felicità totale".

Oggi tutti possono cantare con l’autotune che corregge l’intonazione. Sta arrivando l’intelligenza artificiale. Stravolgeranno anche la lirica?

"La tecnologia interverrà negli allestimenti, già gli scenografi usano le stampanti 3D. Ma la lirica deve andare nel senso opposto. È impensabile che i robot facciano musica classica. La musica leggera gode dell’elettronica e si può suonare e cantare senza sapere le note musicali, basta l’autotune. Nel mondo classico no, l’Unesco ha ritenuto di tutelare il patrimonio lirico perché è qualcosa che non può essere protetto con la tecnologia ma con le accademie, l’insegnamento competente, il rapporto insegnanti-allievi: non si può barare. Uno dei problemi di oggi, dovuto anche allo strapotere dei registi, è fare tornare i grandi interpreti vocali al di là che siano belli, brutti, magri o grassi. La voce lirica va tutelata rispetto alla dittatura strapotere dell’immagine: oggi spesso il o la cantante non belli non sono considerati. Si sente dire: ha una bella voce ma è brutto o brutta. È l’ora di recuperare il buon senso e la ragione".