Anselm Kiefer: gli Angeli Caduti a Palazzo Strozzi

La mostra curata da Arturo Galansino e promossa da Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio e Camera di Commercio presenta il corpus di uno dei più grandi artisti tra XX e XXI secolo.

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi

Firenze, 20 marzo 2024 - Oltre il limite. Perché - come dice di lui il regista Wim Wenders - non ci sono confini alla sua immaginazione: Anselm Kiefer da bambino aveva imparato oltre duecento poesie a memoria, e sognava di fare lo scrittore; nato nel 1945 nei sotterranei dell'ospedale di Donaueschingen, nella Germania sepolta dalle bombe degli Alleati, scelse ben presto come soggetti principali del suo lavoro l'Arte e la Storia. A partire da quella rimossa dalla memoria del suo paese, testimoniata provocatoriamente dalle quattro fotografie stampate su piombo della serie "Simboli eroici", risalente al 1969, quando si fece ritrarre con la divisa paterna della Werhmacht mentre faceva il saluto nazista. 

Ma il punto di partenza della mostra curata da Arturo Galansino per Palazzo Strozzi e realizzata con il contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio e Camera di Commercio, è l'enorme tela - oltre sette metri di altezza - ispirata ad un dipinto seicentesco di Luca Giordano raffigurante il combattimento tra l'arcangelo Michele e gli angeli ribelli nell'Apocalisse, e collocata nel cortile in dialogo con l'architettura rinascimentale del Palazzo: cielo e terra, materiale e spirituale, storia e mito, poesia e pittura si confondono in un percorso dell'anima condensato dall'immagine iconica degli angeli caduti - non a caso, nella prima sala del Piano Nobile incontriamo il monumentale dipinto "Luzifer" - che rappresenta la parabola tragica dell'intera umanità.

Una passione - l'amore per la letteratura, il misticismo e la mitologia - divenuta arte visiva nei quadri che si intravedono attraverso la vetrina centrale dedicata a "Il luogo solitario", dall'omonimo testo del francese Raymond Roussel; ma anche nel dipinto "Cynara", che si riferisce alla ninfa trasformata in carciofo da Zeus, e nel dittico "Una città fantasma, falsata dalla folla del film" e "La zelotipia arcaica e lo odium teleologicum", collegati al romanzo incompiuto di James Joyce "Finnegans Wake". Fino alle due sale centrali, che uniscono materiali e oggetti con scritte di suo pugno: da "L'infinito", influenzato dalla mistica ebraica e la cabalistica, a "La canzone di Balder", ispirato alla letteratura scandinava, da "Danae", che richiama ancora la mitologia classica, all'immaginario personale e collettivo esplorato in "Al pittore ignoto", tributo a sé stesso e a tutti gli artisti vittime di repressione e censura, e "Il Reno", ricordo dell'infanzia e del suo rapporto con il fiume simbolo della Germania. 

Fisica e tattile, la sua opera, caratterizzata da reali trasformazioni fisiche - ad esempio, con il fuoco e l'elettrolisi - di materie grezze come piombo, cera, semi, terra, fiori, sabbia e cenere, si staglia definitiva nella monumentale installazione immersiva "Dipinti irradiati", un corpus di sessanta dipinti che riempiono le pareti e il soffitto di una delle più grandi sale di Palazzo Strozzi, riflesse su tre superfici specchianti poste al centro: un inno alla fragilità malinconica della vita che scandisce il tempo di ogni essere umano, come angeli caduti dal cielo.