Morte di Mattia Giani, il rianimatore: “Decisivi i primi 5 minuti”

Anche oggi la salma resterà esposta in chiesa: domani i funerali. Adriano Peris spiega come muoversi per salvare chi ha un arresto cardiaco

La camera ardente a San Romano (foto Luca Bongianni/Germogli); nel riquadro Mattia Giani

La camera ardente a San Romano (foto Luca Bongianni/Germogli); nel riquadro Mattia Giani

Firenze, 21 aprile 2024 – I primi cinque minuti sono determinanti per la sopravvivenza e il pieno recupero. Per questo è di fondamentale importanza sapere cosa fare per salvare la vita di una persona che è crollata a terra priva di coscienza, a prescindere dalla presenza del medico o di altro personale sanitario. Adriano Peris è appena andato in pensione, era il coordinatore della centrale 118 di Firenze Prato dell’Asl Toscana centro da un anno e mezzo, precedentemente, da una vita, direttore della struttura complessa di Anestesia e rianimazione di emergenza di Careggi, sede del centro regionale Ecmo che tratta anche l’arresto cardiaco. Nel corso di tutta la sua esperienza professionale, anche umana, si è occupato proprio di questo: strappare alla morte chi, per qualsiasi ragione, l’aveva sfiorata. Ha seguito passo passo la tragedia di Mattia Giani, il calciatore ventiseienne colpito un malore per motivi ancora da accertare, sul campo di gioco domenica 14 aprile.

Quali sono i primi passi da compiere?

"La prima cosa da fare quando una persona crolla a terra è intervenire con immediatezza per rilevare l’accaduto. Le persone presenti devono accertarsi se la persona ha perso coscienza".

Appurato questo...

"In un ambiente protetto, come può essere quello di uno stadio di calcio, le persone in grado di farlo devono prendere il defibrillatore che si deve trovare il più vicino possibile al campo. Non c’è’ da perdere nemmeno un secondo. Quindi mentre si prepara il defibrillatore che dev’essere collegato, qualcuno chiamerà i soccorsi e chi è capace deve cominciare immediatamente le manovre di rianimazione di base, con massaggio cardiaco".

Il defibrillatore è fondamentale?

"Appena pronto, le piastre devono essere posizionate sul torace della persona priva di coscienza. Poi è il defibrillatore che guida e capisce se c’è da scaricare: in caso contrario, con un messagio non lo farà".

I tempi di arrivo dell’ambulanza?

"Sono tempi di legge. In ambiente urbano deve arrivare entro 8 minuti dalla chiamate, in un ambiente rurale in 20 minuti".

Mentre si aspettano i soccorsi?

"Si continua il massaggio cardiaco per assicurare la ventilazione e dunque l’ossigenazione del cervello".

Ci sono studi che indicano le percentuali di salvataggio grazie a queste azioni compiute correttamente?

"Ci sono linee guida internazionali, europee, nazionali, centinaia di studi compiuti in ogni paese al mondo. E tutti convergono sul fatto che con la defibrillazione precoce è possibile trattare in più del 50% dei casi l’aritmia letale e trasformarla in un ritmo cardiaco capace di far circolare il sangue in tutto l’organismo".

I tempi sono importanti.

"I primi cinque minuti sono determinanti per la sopravvivenza e per il pieno recupero".