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Cronaca

Inflazione in Toscana: Arezzo tra le città più care, Pisa la più virtuosa d’Italia

L’indagine dell’Unione Nazionale Consumatori su dati Istat: in regione aumenti moderati, ma con forti differenze tra territori. Spesa in crescita anche a Pistoia, Grosseto e Livorno

L'inflazione in Toscana secondo l'Unione Nazionale Consumatori.

L'inflazione in Toscana secondo l'Unione Nazionale Consumatori.

Firenze, 16 luglio 2025 – Inflazione: male Arezzo, molto bene Pisa.

La Toscana si piazza nella parte bassa della classifica nazionale per rincari da inflazione, ma non mancano segnali di allarme in alcune aree della regione. Secondo l’ultima indagine dell’Unione Nazionale Consumatori, basata sui dati territoriali Istat relativi al mese di giugno, la Toscana si colloca al 17° posto tra le regioni italiane per spesa aggiuntiva causata dal caro-vita, con 316 euro annui in più per una famiglia media e un’inflazione pari all’1,2%.

Ma se il dato regionale appare sotto la media nazionale (427 euro e inflazione all’1,7%), lo scenario cambia quando si entra nel dettaglio delle province. A guidare la classifica toscana è Arezzo, con 595 euro di spesa in più all’anno per una famiglia e un’inflazione tendenziale del 2,2%: un dato che colloca la città al 6° posto assoluto in Italia per aggravio economico. 

Segue Pistoia, con un aumento medio annuo di 541 euro e un’inflazione al 2%, e poi troviamo Grosseto, dove l’inflazione dell’1,8% si traduce in un rincaro di 487 euro per nucleo familiare. Più contenuto l’impatto a Livorno (433 euro annui in più, inflazione all’1,6%) e Siena (406 euro e inflazione all’1,5%).

Scorrendo la classifica nazionale, Firenze si colloca al 64° posto, con un’inflazione dell’1% e un impatto economico di 275 euro su base annua. Un dato che la pone ben al di sotto della media italiana, ma comunque superiore rispetto ad altri centri toscani. Più contenuti ancora gli aumenti a Lucca (243 euro, +0,9%) e Massa-Carrara (216 euro, +0,8%).

Chiude la classifica Pisa, che emerge come la città più virtuosa d’Italia: con un’inflazione contenuta allo 0,6%, è la città italiana dove la spesa media aggiuntiva per famiglia è la più bassa in assoluto, pari a 162 euro all’anno. Un dato che la pone al primo posto tra le 78 province monitorate, davanti a Olbia-Tempio e Vercelli.

In sintesi, se da un lato la Toscana nel suo complesso appare al riparo dai rincari più pesanti che colpiscono altre regioni del nord e del centro Italia, dall’altro esistono squilibri significativi tra le diverse province, che rispecchiano le disuguaglianze territoriali nel costo della vita e nei consumi.

L’Unione Nazionale Consumatori sottolinea come i rincari – anche quando contenuti – incidano pesantemente sulle famiglie a basso reddito, soprattutto in un contesto in cui stipendi e pensioni non tengono il passo dell’inflazione reale. E in un’estate che si preannuncia particolarmente onerosa tra bollette, viaggi e spese alimentari, anche qualche decina di euro in più può fare la differenza.

Toscana: l’impatto dell’inflazione nelle principali città (giugno 2025) (dati Unione Nazionale Consumatori su fonte Istat)

Arezzo: +2,2% | +595 euro annui

Pistoia: +2,0% | +541 euro annui

Grosseto: +1,8% | +487 euro annui

Livorno: +1,6% | +433 euro annui

Siena: +1,5% | +406 euro annui

Firenze: +1,0% | +275 euro annui

Lucca: +0,9% | +243 euro annui

Massa-Carrara: +0,8% | +216 euro annui

Pisa: +0,6% | +162 euro annui

Un quadro a tinte contrastanti che ci dice come anche all’interno di una stessa regione i cittadini possano trovarsi a vivere situazioni molto diverse.