Centrali idroelettriche in Toscana: mappa e funzionamento, servono 220mila famiglie

Il punto sugli impianti gestiti da Enel. In tutta la regione le fonti di energia rinnovabile coprono il 55% del fabbisogno

Firenze, 10 aprile 2024 – Centrali idroelettriche strategiche, che servono oltre duecentomila famiglie. Le fonti rinnovabili in Toscana assumo sempre più importanza. Dalla geotermia all’eolico al fotovoltaico, gli impianti si moltiplicano. Le rinnovabili rappresentano attualmente circa il 55% del fabbisogno regionale.

Chi è il tecnico toscano disperso nella tragedia di Suviana

Ed è dall’idroelettrico che viene coperta una fetta non trascurabile della richiesta di energia delle famiglie. La tragedia di Suviana, la centrale idroelettrica al confine tra Toscana e Emilia Romagna, ripropone il tema di questa fonte rinnovabile.

I numeri dell'idroelettrico in Toscana
I numeri dell'idroelettrico in Toscana

Sono decine gli addetti di Enel che lavorano per l’idroelettrico in Toscana. Enel Green Power gestisce a livello regionale 13 dighe, 3 sbarramenti e 33 centrali concentrate principalmente in due bacini idrografici.

C’è il bacino del Serchio, nei territori delle province di Lucca e Pistoia, le cui acque vengono riversate principalmente nel serbatoio di Vagli per un totale complessivo di circa 29 milioni di metri cubi. Con particolare riferimento a questo bacino, Enel Green Power gestisce 11 dighe, 3 sbarramenti e 23 centrali, in cui sono installati 38 gruppi di produzione idroelettrica.

C’è poi il bacino dell’Arno, nei territori della provincia di Arezzo, le cui acque vengono riversate nei bacini di La Penna e Levane per un totale complessivo di circa 8,7 milioni di metri cubi di acqua.

Si tratta di centrali idroelettriche che erogano circa 541 GigaWatt ora di energia elettrica, in linea con la produzione media pluriennale, garantendo il fabbisogno di energia di circa 220mila famiglie.

Per quanto riguarda la provincia di Arezzo, gli impianti di Levane e La Penna sono importanti anche perché l’acqua viene usata anche per altri scopi oltre alla produzione di energia: dall’uso potabile (a cura del servizio idrico integrato) a quello irriguo (gestito dai Consorzi di Bonifica). 

Ma la valorizzazione degli impianti idroelettrici passa anche dal turismo. Le sponde dei bacini si integrano nel territorio e nel contesto paesaggistico. Sono meta di escursioni e di gite, come accade per gli impianti aretini, con le Oasi della Bandella e della Valle dell’Inferno per quanto riguarda la stessa provincia di Arezzo.