REDAZIONE CRONACA

Allarme di Confindustria: "Rilanciare la manifattura per salvare la Toscana"

Il presidente Bigazzi chiede una grande e storica alleanza "Imprese, sindacati e istituzioni insieme per un patto di qualità".

Il presidente Bigazzi chiede una grande e storica alleanza "Imprese, sindacati e istituzioni insieme per un patto di qualità".

Il presidente Bigazzi chiede una grande e storica alleanza "Imprese, sindacati e istituzioni insieme per un patto di qualità".

La presentazione del Manifesto Reindustrializzare la Toscana presentato all’Istituto Universitario Europeo da Marco Buti, Stefano Casini Benvenuti e Alessandro Petretto, ha acceso il dibattito, anche tra gli industriali.

Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana, perché l’industria è così decisiva per la Toscana?

"L’industria non è solo produzione: è lavoro, innovazione, coesione sociale. È il terziario avanzato che lavora con l’industria; è l’industria turistica e congressuale di qualità. Questi settori sono la sala macchine del Pil e da essi dipende il mantenimento dei nostri standard sociali".

Com’è cambiato il modello produttivo negli ultimi vent’anni?

"Il nostro modello si è rafforzato grazie alla vocazione all’export e alla capacità di stare sui mercati del mondo: il nostro resta uno dei sistemi industriali d’eccellenza d’Europa. Ma ora il contributo dell’industria al Pil sta arretrando e avanzano modelli economici effimeri, più orientati alla rendita. È la de-industrializzazione pericolosa di cui hanno parlato i tre economisti. Per questo serve alzare la capacità di crescere della nostra industria e impegnarsi su un piano industriale per la Toscana".

La campagna elettorale può essere un’occasione?

"Sì. Per Confindustria la crescita deve essere un’ossessione bipartisan. Ma occorre una crescita vera, con al centro il manifatturiero. Serve produrre lavoro di qualità e per questo occorre un’alleanza fra imprese, istituzioni, sindacati e banche su un’agenda condivisa di azioni per la reindustrializzazione."

Il Manifesto parla anche di un nuovo partenariato. Qual è la vostra posizione?

"Si è parlato di un Patto per la crescita e il lavoro e il Manifesto propone un nuovo partenariato fra privato, pubblico, associazioni, università. Noi ci stiamo. Occorre una buona politica industriale, a partire dall’Europa. Ma non basta: tutte le istituzioni devono farsene carico. A livello regionale, significa politiche concentrate sul rilancio della manifattura e sulla reindustrializzazione, destinando con continuità risorse europee e accelerando il loro utilizzo".

Quali sono le priorità più urgenti per le imprese?

"Concentrare le poche risorse disponibili sulla reindustrializzazione, supportando le aziende nei cambiamenti indispensabili: digitalizzazione, transizione ecologica, ricerca di nuovi mercati. Ma significa anche vera semplificazione e sburocratizzazione. E banche che siano davvero ’imprese per le imprese’, pronte a sostenere progetti più rischiosi ma con prospettive di futuro".

C’è spazio per una leadership toscana in Italia ed Europa?

"Sì, la Toscana ha l’opportunità di distinguersi e giocare un ruolo di leadership, attraverso un dialogo serrato tra pubblico e privato e raccogliendo le proposte concrete delle imprese. Una buona politica industriale può fare la differenza".

Qual è il messaggio che si sente di lanciare alla politica, e non solo?

"Una cosa è certa: noi non ci arrendiamo alla deindustrializzazione dei nostri territori. Saremo sempre presenti e vigili, perché non riguarda solo noi industriali, ma il futuro dell’intera regione. Confidiamo di non essere soli: a perdere, altrimenti, sarebbe tutto il territorio".

Monica Pieraccini