
Volontari nell’inferno di fango : "Ho visto vite distrutte in un’ora". Salvate famiglie nelle case allagate
"Grazie per quello che fate" è la frase che rimbalza tra il fango e le macerie, dove l’acqua è arrivata con tutta la sua forza. A Prato, la provincia più colpita, è arrivato anche un pezzo, importante di Arezzo. Una lunga carovana di mezzi e uomini che per tre giorni quel "grazie" lo hanno sentito dire molte volte. Si sono spesi, ora dopo ora, anche nei piccoli gesti della quotidianità. Nei giorni del disastro, tutto è diventato dannatamente complicato: acqua alta, fango ovunque, niente corrente elettrica, strade bloccate. "Ci siamo adoperati per aiutare la mamma di un neonato che cercava disperatamente il latte per il suo bambino che non smetteva di piangere: affamato, spaventato. E per trovare, velocemente, le medicine salvavita che un’anziana, bloccata in casa, cercava da ore. Una lotto contro il tempo e contro tutte le difficoltà" racconta Fabio Marconi, responsabile della protezione civile della Croce Rossa aretina, a Prato coordinatore sul campo. Tutto è iniziato a mezzanotte di giovedì quando ad Arezzo era il vento a far paura. La Croce Rossa aretina riceve una chiamata dal 118: c’è bisogno di un’ambulanza 4x4 a Prato. Il mezzo e due volontari partono per Montemurlo dove lavorano tutta la notte.
"La situazione era molto difficile. In alcuni punti l’acqua raggiungeva un metro e sessanta di altezza. La gente, dalle case, chiedeva aiuto, mentre l’acqua saliva. I nostri volontari li hanno tranquillizzati, in alcuni casi soccorsi e portati in ospedale. Il nostro era l’unico mezzo che riusciva a guadare quelle strade trasformate in fiumi". Venerdì arriva un altro volontario aretino, operatore Opsa, una figura con specifiche abilitazioni. Raggiunge le case con il gommone per liberare le persone rimaste intrappolate e portare viveri. "Hanno scandagliato posti che non erano raggiungibili a piedi o con i mezzi anfibi" racconta Marconi. Sabato, a Prato, i volontari aretini danno supporto all’ospedale con gli ascensori in tilt. I ragazzi hanno trasferito i pazienti da un reparto all’altro per le scale. Domenica il sopralluogo del presidente della Croce Rossa aretina Luca Gradassi. "Vite distrutte in un’ora. Una tristezza enorme". Domenica a Montemurlo hanno lavorato otto volontari con competenze specifiche, quattro mezzi,66 due carrelli settati per interventi idraulici. Più mezzi fuoristrada, un’ambulanza su Prato e un autocarro. Una squadra che, dalle 8 alle 23, ha fatto la differenza sul territorio.
"Le nostre idrovore sono andate avanti per tutta la giornata, siamo riusciti a liberare un quartierino di venti villette che non vedeva mezzi da due giorni" spiega Marconi. Acqua, medicine, cibo e poi tante candele per chi era senza luce. "Cosa possiamo fare per ringraziarvi?", hanno domandato i residenti. E Marconi: "Una cosa ve la chiedo, una foto per ricordare questi giorni difficili, dai quali però usciamo con il cuore a mille".