Alberto Pierini
Cronaca

Vip in città, arriva Oliver Stone: il regista ospite del conte Borghini

Il tre volte Oscar da lunedì nella fattoria di San Fabiano. Visita organizzata da Tommaso e Italo Marzottoi nipoti di Baldovinetti, Serata di gala

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Arezzo, 4 luglio 2019 - Nella vetrina della sua casa di New York ha tre Oscar: due come miglior regista e uno per la sceneggiatura non originale. Sono forse gli unici trofei che mancano nella splendida villa del conte Borghini Baldovinetti De Bacci: che tra qualche giorno lo accoglierà nel verde di San Fabiano.

«I miei nipoti lavorano con lui, sognava di venire in Toscana e sono onorato di poterlo ospitare». Lui, Oliver Stone, una carriera cinematografica da far impallidire: Wall Street, Platoon, Nato il 4 luglio e potremmo continuare fino al suo arrivo. Che è fissato per lunedì, si tratterrà tre giorni e peccato sia troppo tardi per la Fiera.

Verrà insieme a Tommaso e Italo Marzotto, i figli di Vittorio e insieme i nipoti del conte. Sono anche produttori cinematografici, e la loro impronta l’hanno lasciata, anche di recente. Ci sono loro ad esempio dietro il successo di «Rocketman», il film lanciato a Cannes sull’epopea di Elton John, naturalmente presente alla prima. Ora stanno lavorando con Stone e da qui è scattato l’invito.

Rimarrà tre giorni a Sa Fabiano. Ma il conte lo porterà anche alla scoperta dei tesori della città: uno su tutti, naturalmente gli affreschi d Piero. «Beh, è un capolavoro della cappella De Bacci, quasi una cappella di famiglia» ricorda con il classico sorriso.

Intorno a Oliver Stone costruirà anche una serata evento: quaranta invitati, tra cui il sindaco Alessandro Ghinelli, ed un’esibizione degli sbandieratori. Sullo sfondo di una tavola sulla quale troneggeranno, è facile immaginarlo, gli straordinari vini della fattoria. Ma a capotavola lui, l’uomo dei tre Oscar ma insieme anche di cinque Golden Globe, di un Orso d’Argento a Berlino e di un Leone a Venezia.

Una vita travolgente, segnata anche dall’esperienza del Vietnam, e forse per questo è tra i registi che meglio ha saputo raccontare quella tragedia. Un personaggio spesso controcorrente, attento anche alle derive della società americana o impegnato a dare risposte ai suoi grandi misteri, come la morte di Kennedy.

E che spesso si è proposto anche davanti alla cinepresa, un «vezzo» tipico delle grandi firme del cinema americano. Al quale ha regalato personaggi da cornice, come il Gordon Gekko di Wall Street. Ricordate? «È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione». Ma forse perfino lui avrebbe fatto un’eccezione per i vini del conte.