REDAZIONE AREZZO

Violenza di genere senza freno. Richieste di aiuto, è boom: +46%. Madri, over30: ecco le vittime

Cresce l’attività del Pronto Donna, l’identikit delle utenti del centro di supporto e i dati del 2024 "Da noi arrivano donne dai 18 agli 80 anni: sono quasi sempre aggredite da compagni o ex".

di Serena ConvertinoAREZZO"I diritti non sono acquisiti, dobbiamo continuare a lottare". A parlare sono Elisa Serafini e Ursula Armstrong, rispettivamente direttrice e presidente del centro antiviolenza Pronto Donna, un punto di riferimento sul territorio per i casi di violenza di genere in costante crescita. Come le richieste d’aiuto. I dati raccolti dal centro, raccontano infatti di un balzo del 46% nelle richieste di aiuto pervenute nel 2024, rispetto al 2023. E sono già in aumento, afferma la direttrice Serafini, i dati dei primi due mesi del 2025. "Ad oggi, in soli due mesi siamo state raggiunte da 181 donne. Un numero in aumento anche rispetto ad anno scorso, che ha registrato un picco di richieste".

Ma chi si rivolge al centro? "Ci contattano sempre più donne di diverse fasce di età. Dai 18 anni agli 80. La fetta più ampia è quella che va dai 31 ai 50 anni, con il 62% dei casi, ma è degno di nota che arrivino sempre più casi anche di donne giovanissime. Questo ci indica che si sta imparando a riconoscere e a cercare di uscire prima dalla relazione violenta. L’associazione si è quindi mossa anche in questo senso con azioni di studio e analisi del fenomeno, per capire come adattare gli interventi ai contesti più diversi".

Un aumento degli interventi che va in parallelo con una risposta sempre più diretta da parte del centro. Nel 36% dei casi le donne sono arrivate al Cav in modo autonomo, il che potrebbe indicare sia che il Centro Antiviolenza è divenuto un riferimento per il territorio, sia che le donne riescono sempre più in modo autonomo a riconoscere il proprio bisogno e a chiedere aiuto. Anche nel 2024, in linea con gli anni precedenti, la netta maggioranza delle donne richiedenti aiuto aveva cittadinanza italiana (64%) e ha subito violenza, nel 90% dei casi, da parte di un partner o ex partner. "Si tratta perlopiù di persone che vivono una situazione di violenza in famiglia. Il resto è l’eccezione dell’eccezione".

I percorsi attivati da Pronto Donna prevedono l’accesso, a seconda delle circostanze, o in una casa rifugio in cui le donne stanno solo di passaggio, o in una casa di seconda accoglienza, una struttura che ospita le richiedenti aiuto da 6 mesi fino a un anno.

Detto in numeri, nel 2024, sono stati attivati 16 percorsi di ospitalità che hanno riguardato 11 donne, di cui 7 sole e 4 con minori a carico. Sì, perché nelle storie di violenza entrano a far parte, come vittime secondarie, anche i figli. In totale nel 2024 l’associazione ha offerto alle ospiti e ai loro figli 2413 giorni di accoglienza nelle sue strutture. Rifugi sicuri all’interno dei quali le donne sono accompagnate in percorsi di fuoriuscita dai contesti di violenza e di reinserimento autonomo nella società. "Le donne parlano con noi e si espongono- continuano Serafini e Armstrong-. Sono seguite una ad una in percorsi di accompagnamento, e man mano capiscono e scelgono la strada migliore da percorrere, aiutate anche dalle tre consulenze legali gratuite che offriamo ad ognuna".

Un servizio in crescita che richiede spazi nuovi, e più ampi. Tra aprile e maggio, il Pronto Donna si sposterà nella nuova sede di viale Michelangelo che promette di aprire nuove aree di incontro con il pubblico e di accoglienza di donne con bimbi piccoli. Il progetto, che comprende anche una biblioteca di genere, include poi la formazione e l’ingresso in squadra di nuovo personale.