Arezzo, 6 gennaio 2023 - «Ho paura: ma ne ho quasi più per la mia collega che vive in Iran e della quale non ho più notizie da circa un anno». Paolo Lombardi è stato strappato quasi di forza dall’anonimato tranquillo nel quale vive da tanti anni, nel cuore del suo Casentino. Una vita non da mediano ma da operaio, di quelli specializzati ma abituati ad un lavoro uguale nel tempo. Poi la pensione, e la decisione di puntare tutto sul suo talento: il disegno. «Ho sempre disegnato fin da bambino ma solo ora gli dedico tutto il mio tempo». Gli è bastato per finire sotto i riflettori.
La sua vignetta è finita sulla copertina di Charlie Hebdo, il giornale satirico più famoso del mondo. Otto anni fa, la scadenza tragica è domani, ci fu l’attentato alla redazione parigina del giornale. E in quell’anniversario hanno lanciato un concorso: tema, quello che sta succedendo in Iran, quindi Kamenei.
«Ero davanti alla televisione, la rabbia per quello che ho sentito mi ha spinto a prendere la matita e a disegnare». E’ nata così, di slancio, la vignetta che ha conquistato Charlie Hebdo: Paolo è tra i 35 vignettisti scelti tra i tanti che hanno mandato il loro lavoro. Una soddisfazione, anche se tinta fatalmente di brivido. «Lo so bene che corro qualche rischio: e la paura c’è, inutile negarlo. Però finora di minacce dirette non ne ho ricevute neanche una». In effetti però sono arrivate al giornale: ordinaria amministrazione rispetto alla storia di un rotocalco che nel tempo ha seguito passo passo le varie pagine della storia e della cronaca. Ma gli echi di quelle minacce al giornale per una volta bucano anche la foresta del Casentino, dove pure le comunicazioni sono sempre più complesse, un po’ come gli spostamenti in macchina.
«I carabinieri mi hanno detto di stare attento» è l’unica cosa che Paolo confida. Ma è chiaro che nella natura dei carabinieri come della polizia c’è molto di più: già è scattata una forma di tutela sulla persona. Non certo una scorta fissa, non certo una protezione come ai pentiti. ma un occhio attento, attentissimo per evitare qualunque tipo di rischio. E non è escluso che nei prossimi giorni dalla Prefettura non partano altre misure ancora più protettive. Le minacce a Hebdo sono nella norma ma è una realtà alla quale in Italia non siamo preparatissimi. Figuriamoci ad Arezzo o addirittura nel Casentino.
«Se penso però ai rischi che corrono le mie colleghe in Iran mi dico: qui va sicuramente meglio» esclama convinto Paolo Lombardi. E il suo pensiero vola fisso ad una ragazza. «Ci sentivamo spesso, da un anno non ne ho notizie. E questo mi preoccupa molto». Sempre sul filo dell’indignazione davanti alla Tv: alle news sul carcere e peggio che tocca agli oppositori. «Dal 2008 mi dedico quasi a tempo pieno a questa passione: sono stato notato, contattato». Il tutto si è trasformato in una collaborazione quasi fissa con giornali di grande prestigio europeo: si parla de Le Monde, si parla di Stern, si parla del Figaro. Dal silenzio del Casentino ha finito per dare del tu alla Germania, alla Francia, all’Olanda.
E il suo pane non sono certo solo le vignette contro i regimi come nel caso di Charlie Hebdo. Ha puntato la sua matita sull’immigrazione, sugli sbarchi, su chi muore per vedere un’altra vita. E negli ultimi giorni ha anche realizzato una toccante vignetta sulla morte di Pelè: il volto del campione scomparso, un gruppo di ragazzi che giocano a pallone. La malinconia che per un attimo si sostituisce alla rabbia.