GAIA PAPI
Cronaca

"Un evento da non perdere". Confartigianato all’attacco. Gravi minacce sul settore

Papini: "Le aziende devono stringersi intorno all’expo, è un segnale decisivo". Al centro la difficoltà di trovare manodopera. "Iniziative per richiamare i giovani". .

Quando OroArezzo è entrata ormai nel vivo abbiamo intervistato Alessandra Papini, segretaria provinciale di Confartigianato Arezzo, per capire lo stato d’animo degli operatori e le sfide che il settore orafo si trova ad affrontare.

Papini, quali sono le aspettative di Confartigianato per questa edizione della fiera?

"Le aspettative sono alte, come sempre. Arezzo e il Centro Affari continuano a fare la differenza: qui si sono fatti investimenti importanti. Ma non possiamo nascondere che ci sono anche tante preoccupazioni. Su trecento espositori, cento sono aziende di Confartigianato: molti partecipano per attaccamento al territorio, ma le incognite non mancano, a partire dall’aumento del prezzo dei metalli e da un mercato internazionale pieno di incertezze".

C’è timore per il futuro della fiera?

"Sì, e per questo chiediamo sempre maggiore attenzione da parte di Ieg, l’organizzatore. Non possiamo permetterci di perdere OroArezzo: non è solo una questione economica, è lustro per la città, è identità. Vicenza sta andando molto bene, e Arezzo deve restare un punto fermo per il settore orafo. L’appello che faccio è alle aziende: non abbandonate la fiera, è un segnale fondamentale per il nostro territorio".

Cosa si può fare per rendere la fiera ancora più attrattiva?

"Dovremmo prendere esempio da eventi come il FuoriSalone di Milano: trasformare la fiera in un’esperienza che coinvolga la città, l’indotto, e che avvicini anche i giovani. È chiaro che c’è tutto un contorno da curare, dobbiamo proteggere i nostri produttori orafi, i veri protagonisti".

Ci sono iniziative in questa direzione?

"Sì: ogni anno, in occasione della Festa della Donna, organizziamo il "Girl Day" per le ragazze delle scuole medie del Margaritone. Passano una giornata con le nostre imprenditrici orafe. Quest’anno hanno anche realizzato dei piccoli gioielli insieme alle nostre artigiane. Abbiamo deciso di esporli in fiera, e così è stato in occasione dell’inaugurazione: è un modo per avvicinare i giovani e trasmettere loro la passione per questo mestiere. È un vanto per Arezzo, città dell’oro".

Quali sono le criticità che il settore deve affrontare?

"Ci sono problemi di mercato e, sempre di più, problemi di reperimento di manodopera specializzata. I nostri imprenditori sono dei lottatori, ma è importante che sentano il sostegno delle istituzioni e del sistema fieristico. OroArezzo non è solo un evento commerciale: è attenzione per la città, è la nostra storia. Non possiamo rischiare di perderla".

L’impegno è costante...

"Si, abbiamo organizzato domani mattina anche un talk show con il direttore di Ieg, Quintavalle, per approfondire le problematiche internazionali. È fondamentale confrontarsi e trovare soluzioni. Difendere OroArezzo significa difendere il cuore produttivo di questa città".