REDAZIONE AREZZO

Tutti in classe alla Pio Borri dopo 50 anni I sessanta pionieri della scuola sperimentale

Tutti in classe alla Pio Borri dopo 50 anni I sessanta pionieri della scuola sperimentale

Tornano tra i banchi 50 anni dopo. Sessanta ragazzi cresciutelli rispetto ai bambini di allora. Ma che portano con sè un fil rouge che durerà tutta una vita: aver inaugurato, correva l’anno 1973, la scuola Pio Borri. Tutti ragazzi della zona Giotto, vivevano nei nuovi palazzi appena costruiti, genitori generalmente quarantenni. La mattina a scuola e il pomeriggio sulle strade, tra via Tiepolo, piazza Giotto, via Cimabue, via Angelico. Alle spalle due garage di via Giambologna, nei primi tre anni di elementari le loro classi in attesa che il nuovo spazio fosse pronto.

Ma valeva la pena e sono loro i primi a dirlo. "Era bellissima, spazi ampi e moderni, luminosi, tanti laboratori, un refettorio che pareva enorme". Bella e pionieristica: tra le prime tre sperimentali italiane studiate per testare la futura scuola a tempo pieno. Non esisteva ancora se non dietro quelle pareti. Lezioni, pranzo in refettorio, corsi pomeridiani pratici. Lavori di gruppo, scuole come squadre, stile i libri del maestro di Pietralata.

Con la Rai a seguire l’esperimento e a rimandarne le immagini nei Tg. Si ritrovano oggi, dopo 50 anni, con l’emozione di chi faticherà a riconoscersi ma non certo a riconoscere quegli spazi". Tra gli insegnanti nomi per loro "eroici": i maestri Bianchini, Ciampi, Bigoni, Rossi, Balestri e Paolucci. Qualcuno sarà presente e forse farà l’appello. "Ho sempre pensato che abbiamo avuto grandi opportunità di diventare adulti con una visione divergente" scrive uno dei ragazzi su una chat. "Spero di aver passato a mia figlia qualcosa di questa visione eccentrica, periferica, disincantata, con molti più dubbi che domande". Tra loro anche figure note della vita pubblica. Ma tutti "sotto coperta: perché 50 anni dopo sono ancora una squadra.