
Torna "Trail Sacred Forest". Saranno 800 all’appuntamento per riscoprire natura e paesi
di Sara D’Alessandro
Lo sport volano del turismo.Torna domenica 2 giugno a la nona edizione del "Trail Sacred Forest", che ritrova il suo posto nel calendario dei grandi eventi offroad dopo essere stato costretto a saltare l’edizione dello scorso anno a causa dell’alluvione in Emilia Romagna, che ha avuto delle ripercussioni su buona parte dei percorsi. Una gara podistica che richiamerà atleti e appassionati da tutta la penisola e non solo, disegnata tra le bellezze naturali del Parco delle Foreste casentinesi: un connubio fortunato tra sport e territorio che mette in risalto le peculiarità naturalistiche della zona. Sono ottocento gli atleti iscritti provenienti non solo dall’Italia ma anche da Olanda, Spagna, Croazia, Danimarca e Austria a cui si aggiungono i partecipanti alla camminata non competitiva. Un importante biglietto da visita per la vallata casentinese come testimoniano le prenotazioni nelle strutture ricettive della zona, alcune ancora in arrivo, che ospiteranno non solo gli agonisti e i loro team, ma anche gli amanti di questo sport. Anche per questo c’è grande fermento nel piccolo centro casentinese per la manifestazione, valida quale seconda prova del circuito Appennini Trail Series, che nel 2017 ha ospitato i campionati mondiali di specialità.
"L’evento si è evoluto edizione dopo edizione – spiega Simone Acciai vice presidente del Gruppo sportivo , società organizzatrice della manifestazione che si avvale anche dell’aiuto della Pro Loco – Un sold out di pettorali che ci rende estremamente felici, sarà un evento sportivo, con numeri in costante crescita, ma anche di valorizzazione del territorio che si svolgerà in un ambiente incontaminato, un contesto unico con degli angoli suggestivi e spettacolari. Le gare sono tutte disegnate sui bellissimi percorsi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: attraverseranno siti antichissimi come la Lama, costeggeranno la foresta integrale di Sasso Fratino, il monastero di Camaldoli, l’Eremo e le sue abetine secolari. Si tratta di un evento – prosegue – che allo stesso tempo unisce agonismo, territorio e storia, un appuntamento importante a cui abbiamo lavorato tanto negli scorsi mesi, che non sarebbe possibile senza il sostegno dei numerosi sponsor e volontari".