LAURA LUCENTE
Cronaca

Tomba etrusca chiusa dal 2018: ma le visite continuano, giallo sul sito archeologico

Tutto parte dalla denuncia del consigliere Stanganini. L’assessore: tutto risolto. «Chi ha fatto entrare i turisti non sapeva dell’inagibilità. Chiavi ora custodite al Maec

Sito archeologico

Arezzo, 6 ottobre 2021 - Visite guidate al sito archeologico di via Lauretana a Camucia non autorizzate e per di più in un’area che il Comune ha chiuso preventivamente dal 2018 per ragioni di sicurezza. È quanto denuncia il consigliere comunale Marika Stanganini insieme al gruppo Donne Democratiche che pubblicano attraverso i social alcune foto da cui si evince che gruppi di turisti, in più occasioni, visitano tranquillamente la tomba etrusca che si trova nel centro della frazione cortonese.

Dal racconto si evince che gli avventori scendono da un van, una guida riceve le chiavi per accedere al sito, i turisti varcano il cancello, entrano e si affacciano per visitare l’interno del tumulo. «Chi organizza queste visite non autorizzate?», si chiede la consigliera Stanganini.

«Chi apre e chiude? Le autorità competenti ne sono a conoscenza? Se il sito non è sicuro, come dicono gli amministratori locali, chi si prende la responsabilità? Oltre alla pericolosità delle strutture, erbacce infestano il sito. Siamo sicuri che accordare visite in luoghi trascurati sia una buona pubblicità per Cortona?».

Tutte domande che sono state formulate sia al sindaco di Cortona che all’assessore alla cultura e turismo Francesco Attesti con una specifica interrogazione. Per altro, già precedentemente, il sito archeologico era stato messo sotto la lente d’ingrandimento dalla consigliera Stanganini che denunciava il degrado in cui versava e chiedeva all’amministrazione di restituire al centro di Camucia la Tomba François in uno stato degno del suo interesse storicoculturale.

Il sito è, infatti, parte del percorso integrante del percorso archeologico al di fuori delle mura di Cortona e quindi integrato nell’offerta del Parco Archeologico del Sodo. Sulla vicenda interviene l’assessore alla cultura Attesti che ha ricostruito la vicenda ponendovi immediatamente rimedio.

«Fino ad ora un’associazione della zona si occupava della gestione del sito e la persona che ha fatto entrare i turisti sembra non fosse al corrente della non agibilità. Abbiamo provveduto a cambiare immediatamente tutte le serrature che ora sono custodite al Maec e all’ufficio cultura».

Quanto al ripristino del bene, interessato da alcuni crolli, Attesti aggiunge: «L’abbiamo messo tra le nostre priorità. Sono state accantonate le risorse necessarie perché i lavori possano partire quanto prima».