
Protagonisti i ragazzi delle classi 2A e 2B dell’istituto «Luca Signorelli»
Gaia, 14 anni, tenta il suicidio, dopo essere stata vittima di un brutto caso di revenge porn da parte dei suoi coetanei. Sola e isolata, in balia dei cyber-bulli che hanno condiviso fotomontaggi della ragazza in atteggiamenti pornografici ledendole in maniera irreversibile la reputazione, in un giorno qualsiasi, non va a scuola. Viene portata in fin di vita in ospedale dopo aver tentato di impiccarsi nella sua stanza. La storia finisce in Tribunale ad Arezzo. Nell’aula di giustizia sfilano giudici, pubblici ministeri, imputati, avvocati e testimoni in cerca di giustizia. Una storia ormai, ahimè, sempre più all’ordine del giorno, ma che almeno per questa volta, è tratta da un copione recitato in maniera impeccabile da giovanissimi studenti.
Protagonisti i ragazzi delle classi 2A e 2B dell’istituto "Luca Signorelli" di Cortona, indirizzo ITE "Laparelli". Il progetto si chiama "Ciak… un processo simulato per evitare un vero processo". È ideato nel 2014 da Luciano Trovato, già presidente del Tribunale per i Minorenni di Firenze e Catanzaro, rappresenta oggi uno dei percorsi più significativi di educazione alla legalità per studenti delle scuole. Guidati da magistrati, avvocati, psicologi e sociologi, i giovani hanno toccato con mano le conseguenze delle azioni illegali, imparando quanto sia facile oltrepassare certi confini – e quanto sia difficile rimediare. Il copione liberamente redatto si basa su fatti-reato relativi a processi penali realmente dibattuti.
Realizzato con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana e dell’associazione no profit "Ciak – Formazione e Legalità", il progetto si è sviluppato in quattro fasi: formazione per docenti e studenti, incontri con esperti della giustizia minorile, simulazioni di processi penali in vere aule di giustizia e produzione di materiali multimediali creati dagli studenti.
Il cuore dell’iniziativa è stata proprio la messa in scena del processo minorile. "Un’esperienza che lascia il segno – commentano i docenti accompagnatori – perché rende tangibile ciò che spesso resta astratto: la giustizia, le conseguenze delle azioni. L’impegno, la serietà e la partecipazione degli studenti coinvolti hanno reso l’iniziativa un momento formativo autentico, che ha unito scuola e giustizia in un’alleanza virtuosa a favore dei cittadini di domani". La simulazione si è svolta con la partecipazione di scuole provenienti da tutta la Toscana, con gli studenti cortonesi che si sono distinti positivamente. La vera sintesi di questa opportunità, che sarà riproposta in futuro, resta nelle parole degli studenti: "Ora capiamo cosa significa davvero Giustizia".