ALBERTO PIERINI
Cronaca

Strazio amaranto: muore Poggini Fuori strada col pulmino dell’Arezzo Era vicino a casa, finisce nel fosso

Schianto alle 2, passante dà l’allarme, la fine in ospedale: due figli, era un volto chiave del calcio giovanile. Società: "Era un punto di riferimento". Minuto di silenzio al torneo del centenario, il dolore dei bambini.

Strazio amaranto: muore Poggini Fuori strada col pulmino dell’Arezzo Era vicino a casa, finisce nel fosso

AREZZO

Aveva preparato tutto perché la giornata di ieri fosse la grande festa annunciata da giorni. Lui che in passato si era caricato perfino delle porte nel campo del Bagnoro, pur di far giocare un torneo tra ragazzini. Aveva previsto tutto meno che la morte lo aspettasse in fondo al rettilineo di casa sua. Mirco Poggini è morto nella notte, poche ore prima del torneo del centenario, del quale i protagonisti sono proprio i suoi ragazzi, quelli delle squadre giovanili.

Intorno alle 2 il Renault Traffic da nove posti sul quale mille volte aveva accompagnato i baby calciatori ha perso la linea della strada. Al traguardo: perché tutto è successo tra Palazzo del Pero e la frazione Campi, dove Mirco abitava. Il mezzo è finito nel fossato. L’allarme è partito da un automobilista di passaggio.

Ha visto i fari della macchina accesi e puntati verso il cielo: perché il pulmino era caduto di sbieco, quasi coricandosi nel fosso, su quella stradina bianca che costeggia la strada principale del paese. Strada che una volta era l’asse principale per la Valtiberina e ormai è solo un’arteria locale. Ma certo Mirco la conosceva come le sue tasche.

I soccorritori hanno tentato di rianimarlo e sono riusciti perfino a stabilizzarlo per portarlo in ospedale. Ma non ha retto: è morto intorno alle 4.30. Portandosi via anche un piccolo mistero. Perché? In questi casi le ipotesi si inseguono. Una, vista l’ora, è quella del colpo di sonno. Un’altra è spesso legata al passaggio improvviso di un animale ma la polizia, intervenuta sul posto, non ha trovato nessuna conferma. E c’è anche la possibilità che sia stato un malore a causare l’incidente fatale.

Sul posto anche l’automedica, un’ambulanza della Misericordia e i vigili del fuoco: sono stati loro a tirare fuori il pulmino dal fossato e a mettere al sicuro la strada, mentre l’ambulanza correva verso l’ospedale.

E la notizia verso Arezzo. E l’Arezzo. "Ci siamo alzati carichi di entusiasmo in vista dell’apertura del torneo del Centenario, un torneo giovanile per Esordienti con oltre 600 baby calciatori: l’entusiasmo è svanito in un attimo". Il sorriso spento proprio da chi non lo aveva mai perso tutta la vita, anzi lo regalava con generosità a chiunque arrivasse. Ai campi delle Caselle, dove era custode, o ai ragazzi delle giovanili, settore del quale era dirigente accompagnatore. Due figli, una lunga vita di lavoro, in passato nel laboratorio di analisi del padre a Città di Castello. "Era il fratello che avremmo sempre voluto avere" sussurra emozionato Maurizio Faffini, che lo conosceva da tempo. Da quando lavorava all’Uisp, dove lo ricordano tutti con gratitudine. "Una persona mite, buona e un lavoratore incredibile, non si tirava mai indietro" conferma il presidente Gino Ciofini.

Lo avevano perso come collaboratore nei mesi della pandemia, quando tutto lo sport si era fermato. "Mirco era una di quelle figure che lavorano dietro le quinte, ma al bisogno sempre pronte: tutti sapevano di trovare a Le Caselle chi era pronto ad accogliere genitori e ragazzi, il primo ad esultare ad ogni gol amaranto" insiste la nota dell’Arezzo. Nel pomeriggio il torneo è iniziato lo stesso, le squadre erano qui da tutta Italia. E’ iniziato con un minuto di silenzio e tra le lacrime dei bambini che lo avevano conosciuto. "Un giorno lo abbiamo passato insieme a disegnare le strisce del campo" racconta un amico. Ognuno ha il suo piccolo ricordo. Ognuno non riesce a credere che tutto sia finito sotto i fari di quell’auto coricata nel fosso.

Alberto Pierini