Stipendi a due velocità. Crescono, ma non basta

Arezzo registra un balzo in avanti: è decima in Italia per aumento annuo. Eppure in Toscana è solo settima per quanto riguarda la retribuzione media.

Stipendi a due velocità. Crescono, ma non basta
Stipendi a due velocità. Crescono, ma non basta

di Luca Amodio

AREZZO

Arezzo è tra le 10 provincie dove gli stipendi sono aumentati di più nell’ultimo anno ma nello score della regione Toscana rimane ancora nella seconda metà della classifica: la retribuzione media lorda annua è poco più di 29mila euro, quasi duemila euro sotto la media nazionale. E’ quanto rileva uno studio dell’osservatorio parmigiano Job Pricing nel suo salary ranging delle 107 province italiane in cui ha messo in classifica gli stipendi dei lavoratori dipendendi delle aziende private. Nel pane utilizzato, la start up parmigiana ha considerato solranto i lavoratori dipendenti, a tempo determinato o inderminato, senza considerare altre forme come stage, collaborazioni a partita Iva o progetto. Arezzo tra le provincie analizzate si piazza al 52esimo posto su scala nazionale mentre a livello regionale è dietro Firenze (31 350 euro come Ral media), Lucca, Livorno, Siena, Massa Carrara e Prato. Arezzo però è nella top 10 della province che tra il 2022 e il 2023 è cresciuta di più in termini salariali schizzando in avanti di 6 posizioni. Ci spiega Silvia Russo, segretaria della Cisl di Arezzo, "come dice anche il rapporto Irpet, la nostra città ha recuperato posizioni perchè rispetto al passato il lavoro è adesso più stabile: e poi oggi si lavora di più in quei settori più retribuiti come quello metalmeccanico che ha visto un boom di occupazioni". Il dato fornito da Job Princing è ovviamente una media che non tiene conto delle sfumature che ci sono tra settore e settore, alcuni con stipendi decisamente più alti, "le paghe sono più alte sicuaramente nell’ambito della moda oppure nelle grandi griffe così come nelle griffe, viceversa invece sono più bassi in quelli dei servizi" - chiosa la segretaria - "tra i lavoratori più retribuiti ci sono i avoratori dipendenti ad alta professionalizzazione tecnica, metalmeccanici, orafi o nel mondo della moda, magari over 50, che grazie al loro bagaglio tecnico riescono a ottenere akte retribuzione nel mercato del lavoro". Lavoratori nell’ambito dei servizi che in provincia di Arezzo spiega Russo "sono spesso occasonali, e instabili, legati a grandi eventi, non come nel Fiorentino o nella costa: occorrerebbe creare posti stabili di lavoro magati nel commercio e nel turismo per aumentare un po’ la retribuzione media dei dipendenti".

E poi nel marasma del lavoro c’è il solito gap che vede penalizzati sopratutto giovani e donne, "sono loro le vittime principali dei lavori precari oppure del part time involontario, offerto loro malgrado, o magari dei contratti a chimata con orari ridotti", spiega Russo. Per non parlare poi del lavoro sommerso che rimane un’altra grande area grigia del mercao del lavoro, "il lavoro al nero, senza tutele, è presente sopratutto nel nel mondo agricolo oppure nel settore dei collaboratori familiari, come dei badanti. E poi non scordiamoci di chi lavora in quelle aiznede non conosciue al fisco".