Sentenza Coingas, le motivazioni I perché della condanna a Ghinelli

Nelle 158 pagine del dispositivo il giudice spiega le ragioni dei tre mesi al sindaco per favoreggiamento "Sapeva del patto corruttivo Bardelli-Amendola". L’assoluzione di Macrì: niente dolo nell’abuso d’ufficio.

Sentenza Coingas, le motivazioni  I perché della condanna a Ghinelli

Sentenza Coingas, le motivazioni I perché della condanna a Ghinelli

di Federico D’Ascoli

In una mattina di fine febbraio il processo che poteva cambiare il volto della città finì con quattro condanne e sette assoluzioni. Il caso Coingas vedeva alla sbarra alcuni vip della politica cittadina come Alessandro Ghinelli e l’ex presidente di Estra, da poco rientrato, Francesco Macrì.

Nelle 158 pagine della sentenza scritta dal giudice Filippo Ruggiero spiega il perché delle condanne e delle assoluzioni. Ghinelli nel processo rischiava anche la sospensione dell’incarico di sindaco che non è arrivata, nonostante la condanna a 3 mesi. Il sindaco è stato assolto per l’abuso d’ufficio che avrebbe fatto scattare la tagliola della legge Severino.

La condanna, senza menzione sulla fedina penale, arriva invece per un altro reato: il favoreggiamento, che a breve andrà in prescrizione. Secondo il giudice del processo Coingas Ghinelli sapeva bene che l’accordo tra Bardelli e Amendola, nell’affaire Multiservizi, era un patto corruttivo. La nomina di Amendola legata alla concessione di un prestito a Bardelli.

Nel calcolo della pena viene riconosciuta al sindaco la circostanza attenuante delle "ragioni umane" che lo hanno portato ad aiutare un amico che si era presentato "in lacrime" a chiedergli sostegno. Per gli stessi fatti Roberto Bardelli, consigliere comunale sospeso, è stato condannato a un anno, così come Luca Amendola, ex presidente di Arezzo Multiservizi. Essendo tutti e due incensurati la sentenza ha previsto la non menzione, come per il sindaco.

C’è poi Francesco Macrì, attuale consigliere di Leonardo Spa e presidente in pectore di Estra. È stato rinviato a giudizio in due filoni dell’inchiesta e per l’accusa sostenuta dal procuratore Roberto Rossi avrebbe meritato 6 anni di carcere.

L’assoluzione con formula piena di Macrì è invece basata sulla conferma delle tesi poste in aula dalla sua difesa: non può essere considerato reato aver fatto conoscere l’avvocato Pier Ettore Olivetti Rason (condannato a 3 anni) e l’ex amministratore di Coingas Sergio Staderini (anche lui condannato a 2 anni con il rito abbreviato).

Sulla nomina di Macrì alla presidenza di Estra il giudice riconosce che i protagonisti non avevano volontà di violare la legge, non c’è il dolo, elemento fondante dell’abuso d’ufficio. In più si ammette che ancora la giurisprudenza amministrativa non ha ben chiara la distinzione tra ente di diritto pubblico ed ente di diritto privato su gruppi come quello di Estra.

La consulenza dell’avvocato Simona Rostagno che dava a Estra caratteristiche di ente di diritto privato erano credibili e autorevoli per non addetti ai lavori come Macrì, Ghinelli e l’assessore Alberto Merelli, tutti assolti in questo filone.

La sentenza del giudice Ruggiero riconosce l’innocenza anche dell’amministratore, ora dimissionario, di Coingas Franco Scortecci, del commercialista Marco Cocci, dell’ex contabile di Coingas Mara Cacioli, dell’avvocato Stefano Pasquini e del presidente di Arezzo Casa Lorenzo Roggi.

Il secondo round sarà nel processo di appello che la procura di Arezzo e gli avvocati potrebbero chiedere dopo aver valutato le motivazioni.