MARCO CORSI
Cronaca

San Giovanni. Piazza Masaccio gremita per la festa della Rificolona

Grande successo per uno degli eventi clou di fine estate.

La Festa della Rificolona a San Giovanni

La Festa della Rificolona a San Giovanni

Arezzo, 09 settembre 2025 – Piazza Masaccio gremita per la Festa della Rificolona 2025, celebrata ieri a San Giovanni. L’evento, che affonda le radici nella tradizione popolare toscana, ha richiamato tantissimi cittadini e famiglie, regalando emozioni a grandi e piccoli. La manifestazione, organizzata dalla Pro Loco di San Giovanni Valdarno guidata dal presidente Angelo Bonadio, con il patrocinio del Comune, è stata condotta da Giuseppe D’Orsi e Annalisa Cuccoli. Protagonisti assoluti della serata i partecipanti al concorso di rificolone e zucche, che anche quest’anno hanno stupito per fantasia, impegno e originalità.

I VINCITORI

Categoria Zucche

Anita Frattasio – “Teste svitate” – 54 punti

Sofia e Lorenzo – “L’urlo” – 53 punti

Amelia Pascucci – “Una speranza per Gaza” – 52 punti

Premio Costagli: Lucrezia Mafucci – “Il polipetto furbetto"

Premio Marzocchina: Lorenzo e Margherita Neri – “Dentro la mia zucca”

Categoria Rificolone

Zeno Tempi, Pietro Pota, Lorenzo Nardi, Camilla Aramini, Ludovico Gennai, Rebecca Baricchi, Mattia Martini, Dante Martini, Simone Tartaglia, Samuele Tartaglia – “C’era una volta” – 56 punti

Mori Luciano – “L’angelo vendicatore” – 52 punti

Gruppo della Casa di Riposo ASP Masaccio (Badii Romana, Nocentini Cesare, Zangheri Dino, Romei Dania, Grazia Meoli, Anna Maria Marzi) – “Nonni in gara” – 51 punti

Premio Costagli: Leonardo Mirulla – “La Rificolona del futuro”

Premio Marzocchina: Lorenzo Matteini – “Saetta”

Un successo che conferma ancora una volta la Rificolona come appuntamento identitario e partecipato della città, capace di unire memoria, creatività e comunità. La Festa della Rificolona affonda le sue origini nel XVII secolo e nasce a Firenze come celebrazione popolare legata alla Natività di Maria, che si festeggia l’8 settembre nel Santuario della Santissima Annunziata. Migliaia di pellegrini provenienti dalle campagne e dai paesi vicini raggiungevano la città per partecipare alla messa solenne: portavano con sé prodotti agricoli da vendere nei mercati e, per illuminare il cammino notturno, costruivano lanterne di carta colorata montate su canne di legno. Queste lanterne, spesso ingegnose e variopinte, presero il nome di “rificolone”. La festa divenne presto anche un momento di allegria e di scherzo: i ragazzi del tempo si divertivano a disturbare i pellegrini, prendendo in giro le loro figure goffe e soffiando candele o sparando con cerbottane alle rificolone. Da lì il doppio volto della tradizione: devozione religiosa e gioco popolare.