
Sabatini ‘benedice’ Giovannini: "Dieci anni? Così si programma"
di Matteo Marzotti
AREZZO
In un mondo come quello del calcio dove tutto è legato ai risultati, prima ancora che ad entrate ed uscite, leggere come scadenza di un accordo la data del 2034 fa sobbalzare sulla sedia. Magari non in Inghilterra dove ai calciatori vengono proposti contratti della durata superiore ai cinque anni come all’ucraino Mudryk che lo scorso gennaio ha firmato con il Chelsea fino al 2031. Sempre in Inghilterra poi c’è stato un certo sir alex Ferguson che ha guidato (e vinto) il Manchester United per quasi 27 anni, ma si parla di un alleantore. Scendendo in Italia c’è il caso di Cesare Albè, prima allenatore adesso dirigente della Giana Erminio a cui è legato dal 1985. C’è poi il caso di Giuseppe Ursino al Crotone in due parentesi per un totale di 27 anni. Di fatto però quanto sottoscritto dal presidente Manzo, dall’ad Selvaggio e da Giovannini rappresenta un quazlcosa più di unico che raro nel panorama italiano. Albè e Ursino di fatto hanno rinnovato di volta in volta i loro accordi, qui si parla di un accordo decennale. Un qualcosa di particolare anche per l’ordinamento sportivo italiano dove si parla di accordi della durata massima di cinque anni. Giovannini e l’Arezzo però lo hanno spiegato ieri al termine della partita con l’Olbia. Il direttore generale - che tra l’altro è reduce da dieci anni a Pontedera - sottoscriverà un contratto a tempo indeterminato. Praticamente diventeràò un dipendente a tutti gli effetti del Cavallino con annesso tesseramento sportivo. Poi ci saranno tutte le clausole del caso, magari legate a risultati sportivi, che potrebbero indurre alla seprazione. Ma intanto l’Arezzo si è tutelato da possibili sirene di mercato. "Sicuramente è un segnale forte e che parla di programmazione - commenta Walter Sabatini, dal ’98 al 2000 in amaranto e tra i dirgenti più duraturi in viale Gramsci almeno in epoca recente - io sono stato abituato a lavorare anno per anno, solo Pallotta mi portò a firmare un triennale. Mi pare però che ad Arezzo si sia creato un buon gruppo di lavoro e se la società ha proposto questo tipo di accordo e sia per dimostrare fiducia al direttore ma anche e soprattutto per pianificare il proprio futuro".