
Cantante mattatore al lancio del quarto anno. Duetta con il vescovo, apre le lezioni della scuola. "Il mio Terzani"
Standing ovation: il Palatenda trema. Una visita a sorpresa, i ragazzi di Rondine che esplodono di gioia. Applausi e cori: Jova, Jova! "E chi se l’aspettava che il primo giorno qui iniziasse così", dice una ragazza sgomitando con la compagna. A Rondine la campanella del quarto anno suona con Jovanotti: anzi è lui ad azionare il meccanismo che sulla soglia, quasi un giro di boa simbolico tra come si entra e come si uscirà a giugno, accoglie gli studenti arrivati da tutta Italia. E torna pure lui un "ragazzo fortunato" - citando la sua canzone - che schiaccia il pedale, attiva il suono e ci stampa sopra un accenno di rap. Applausi e sorrisi. "Pulite bene le scarpe prima di entrare" raccomanda Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine, perchè "ciò che di voi deve restare fuori, è solo la polvere delle scarpe. Tutto il resto lo accogliamo e vi accogliamo così come siete". Loro sono qui per imparare il metodo della Cittadella della pace: affrontare il conflitto, non solo quello sul campo di battaglia, ma pure sul pianerottolo di casa o tra i banchi di una classe. "A me piace questa idea di formare leader di pace. Leader è il contrario di follower", spiega Jovanotti dal palco "duettando" con Vaccari. "In questo tempo dove abbiamo l’impressione di vivere in un’emergenza costante, qui si costruisce giorno per giorno, si fa formazione. Bellissima l’idea di formare leader di pace. Il leader ascolta gli altri, le esperienze, le idee, mette a frutto le sue conoscenze, poi dà la linea e dice: seguitemi, so dove andare e se sbaglio, torneremo indietro. Leader incarna una visione positiva, attraverso l’ascolto e il leader di pace può fare qualunque mestiere, anche il tassista, ma ha una visione del mondo". Già la pace, Jovanotti si sofferma su una parola che racchiude un universo, eppure "sembra scomparsa dai nostri giorni, i social network segnano una dittatura del consenso, dell’algoritmo. Il rischio è l’analfabetismo di chi non sa leggere i segni dei tempi" perchè "l’algoritmo ti spinge a scegliere sempre, sparisce la parola pace, sparisce la parola tregua che permette di parlarci e vedere l’altro come una persona. L’algoritmo è un trucco, ti fa assomigliare il mondo, elimina gli estremi". Poi racconta dell’ultimo incontro con lo scrittore Tiziano Terzani. "Eravamo amici, andai in casa sua, stava morendo: anche tu sei dell’organizzazione, mi disse. Qui succedono cose fantastiche". E incoraggia i ragazzi: "Siate anche voi dell’organizzazione" della pace. Il racconto si concentra sul valore dell’esperienza che da oggi gli studenti vivranno nel piccolo borgo. "Vi rendete conto che bella cosa siete chiamati a vivere, siete ragazzi fortunati, un anno di scuola qui. Un’amica di Teresa ha fatto il quarto anno a Rondine e ora gestisce l’immigrazione a Calais, qui è fiorita. Un esempio visto di persona. Occasioni nella vita dalle quali esci con qualcosa di prezioso. Sono invidioso di questa occasione che avete, potete cambiare la vostra vita e cambiare quella degli altri. E quando occasioni capitano alla vostra età è il top. A Rondine si costruisce goccia a goccia, è come raccontare una foresta che cresce. Il conflitto e l’inquietudine (tema del prossimo Youtopic, ndr) sono le parole chiave di questo racconto. Mi ha intrigato la parola inquietudine, una parola ricca di possibilità, tante porte dalle quali passare. Una quiete nell’inquietudine. L’importante è guardarci negli occhi e cominciare un percorso insieme". A Rondine Lorenzo Cherubini è arrivato con la moglie Francesca e i suoceri, una stretta di mano con il vescovo Andrea Migliavacca, poi l’abbraccio dei ragazzi sulle "note" di una campanella rap.