Rave abusivo nell'Aretino: l’area quasi sgomberata. In 500 saranno denunciati

Le persone presenti saranno denunciate per occupazione abusiva e sanzionati per aver violato il decreto anti covid

Rave party a Poti

Rave party a Poti

Arezzo, 1 gennaio 2022 -  Sull’Alpe di Poti dove venerdì sera oltre 500 ragazzi hanno dato vita a un rave party abusivo è stata spenta la musica e, pian piano, è iniziato il deflusso dei giovani venuti da tutta Italia per ballare. Gli agenti del Reparto mobile della polizia, in tenuta antisommossa, arrivato da Firenze e i carabinieri del Battaglione - sotto le direttive del vicario Paola Liaci - hanno invitato alcuni partecipanti che si erano messi a dormire nelle auto lungo la strada, ad andarsene. Di buon grado i ragazzi hanno iniziato a lasciare la collina sopra Arezzo sia a bordo delle auto e dei camper con i quali erano arrivati, che a piedi, scendendo tra i boschetti e la strada sterrata che conduce in città. Attualmente - secondo le forze di polizia - sono rimasti circa un centinaio di ragazzi. Sia il questore Dario Sallustio che il prefetto Maddalena De Luca contano di risolvere la vicenda in serata anche grazie al ‘dialogo’ avviato tra alcuni degli organizzatori e personale della digos. All’interno del party illegale non si sono verificati comunque disordini.

L’unico ferito, al momento, è l’uomo aretino - estraneo al rave - rimasto imbottigliato sulla strada bloccata da un camion utilizzato per trasportare le mega casse installate all’interno dell’edificio occupato, che si è fatto medicare dall’ambulanza dopo aver ricevuto un colpo con lo sportello della stessa auto. Gli agenti hanno identificato il giovane, ritenuto l’autore del gesto. Potrebbe essere denunciato se il ferito sporgerà denuncia. Identificati quasi tutti i circa 600 partecipanti al rave: nei loro confronti scatterà una denuncia a piede libero per occupazione abusiva (la struttura, una ex fabbrica di acqua è di proprietà privata) e le sanzioni per le violazioni della normativa anti Covid che ha vietato le feste per Capodanno. Quasi nessuno dei partecipanti, inoltre, indossava la mascherina, ora obbligatoria anche all’aperto e in zona bianca. In mattinata il questore aveva chiesto l’intervento dell’elicottero per monitorare la situazione in un luogo impervio ma, a causa della fitta nebbia che si è abbattuta in zona, il velivolo non è potuto decollare. Fondamentale invece, durante la notte, l’arrivo dei vigili del fuoco, che hanno illuminato quasi a giorno l’intera area. Il questore Sallustio e il prefetto De Luca hanno sottolineato che solo grazie all’intervento immediato dalle forze dell’ordine - polizia, Municipale, carabinieri e Finanza - si è scongiurato una presenza ancora più massiccia all’interno della fabbrica abbandonata.