Cardinali
La storia di un itinerario stradale fra Tirreno e Adriatico parte dalla seconda metà del 1700, inizio della trattativa fra Papa Pio Sesto e Granduca di Toscana Leopoldo, interessati al problema di superare gli Appennini per collegare agevolmente Tirreno e Adriatico. L’accordo avvenne il 25 maggio del 1828 ponendo fine ad una lunga diatriba fra i comuni appenninici per una scelta fra più ipotesi di valico montano. Bocca Trabaria venne preferita al passaggio dal monte della Guinza fra S. Giustino e S. Angelo in Vado. Uno dei primi governi repubblicani post-bellico propose, nel 1958, un asse trasversale fra Grosseto e Fano, in grado di intercettare Siena e Arezzo: un "Ponte di terra" fra Tirreno e Adriatico per valorizzare il ruolo delle aree interne appenniniche e porre in relazione la penisola iberica con il versante balcanico.
Nel 1975, fu inserita, come SGC E78 da Algeciras (ES) a Kiev (Ucraina), nell’accordo europeo sulle strade a traffico internazionale ( AGR) di Ginevra. Negli anni ‘60 i primi progetti (ingegner Macchi di Roma). Poi una serie incredibile di spezzoni di interventi senza mai essere completata. La Provincia di Arezzo, fra il 1980 e il 1981, alla luce della forte sinistrosità del tratto Palazzo del Pero – Le Ville Monterchi (con morti e feriti gravi) e per l’assenza di iniziative di Anas, promosse un accordo con la Comunità Montana della Valtiberina, Comune e Camera di Commercio di Arezzo, per procedere alla revisione del progetto Macchi. Con il "piano decennale viabilità" del 1985 la E78 ottenne un primo finanziamento di 80 miliardi di lire per il tratto Palazzo del Pero-Le Ville.
Il progetto di massima della Provincia fu inviato all’ANAS nell’ottobre 1986, a fine 1988 furono appaltati i lavori. Ultimazione dei lavori dal 1995 al 2007. La Provincia, a 32 anni dal primo finanziamento, non partecipò all’inaugurazione, protesta per i ritardi ANAS. Per il tratto Le Ville-innesto E 45 le prime iniziative risalgono al febbraio 1990. Ma solo il 7 maggio 2010 al Ministero fu scelto l’itinerario in Val Sovara come migliore rispetto alla Val Cerfone. L’Umbria votò contro.
L’inizio della storia del tratto S.Zeno-Palazzo del Pero è datato 1992, in diversi anni vengono elaborati più progetti sostenuti finanziariamente da Regione, categorie economiche, Comune e Provincia; Anas delegata ad attivare solo la Valutazione di Impatto Ambientale e le indagini geognostiche. La Commissione concluse i lavori nel luglio 2004. Il decreto del Ministero dell’Ambiente di concerto coi Beni culturali è del luglio 2005. La fase successiva richiese una integrazione progettuale a seguito di numerose prescrizioni riportate nel decreto, in particolare per la cantierizzazione di una grande opera che interferiva le gallerie ferroviarie ottocentesche e rendevano necessaria la deviazione della SR 71 verso il raccordo.
L’approvazione definitiva ebbe un lungo iter. La Conferenza di Servizi sulle bretelle fu inclusa nella variante alla SR 71 in Valdichiana, data 29 maggio 2007. Dopo riunioni e sopralluoghi con i tecnici del Comune, la conferenza si chiuse nell’ottobre 2010 con "l’approvazione del progetto di costruzione della variante esterna alla 71, tratto da S.Zeno a S. Giuliano in parallelo alla linea ferroviaria AV Firenze Roma, intesa anche come svincolo autostradale Est per la SGC E 78".
Passano altri anni: nel 2014 la due mari fu inserita tra le 30 opere strategiche prioritarie, il CIPE approvò il contratto di programma MIT ANAS 2016-2020 per il completamento da Grosseto a Fano. La fase più recente di aggiornamento progettuale inizia con il recupero del parere positivo di VIA del luglio 2005. La Provincia, dalla riforma Del Rio del 2014 cessa ogni iniziativa di promozione del completamento della due mari. Il testimone passa a Confindustria Toscana Sud per monitoraggi annuali iniziati nel 2015.
Nell’ottobre 2016, Confindustria invia il contributo al Comune per la revisione degli strumenti urbanistici riportando estratti del progetto due mari sulle bretelle, accolte nella fase di adozione del piano nel 2019. Le informazioni al Comune sulla Due Mari non cessano. Dal febbraio 2020 si sono svolte numerose presentazioni sullo stato della progettazione, in Regione e in Confindustria.
Nell’aprile 2021 viene nominato un Commissario per l’approvazione entro il 2023 del progetto soggetto a revisione, terminerà nel novembre 2022. Appena il Commissario rende noto il piano particellare di esproprio nascono due comitati, uno diffonde notizie inverosimili e allarmistiche sul progetto della bretella verso San Giuliano, tipo altezza dei rilevati superiore a 12-15 metri: ma il rilevato stradale non può superare la quota sommitale della linea AV, quindi 7-8 metri, per avere i sottopassi alle strade locali.
L’altezza (massima) di 12 metri è in un breve tratto per superare il viadotto della linea ferroviaria. Il Comune chiede di sottoporre a VIA il progetto delle bretelle ma le norme tecniche lo escludono: essendo strade extraurbane a una corsia per senso di marcia, non interferiscono con aree naturali protette. Per la movimentazione delle terre (un milione e 200 mila mc) si sostiene di prelevare a decine di chilometri di distanza ma il decreto di VIA prevede siti di conferimento in Comune di Arezzo e il piano di gestione ha una durata di sei anni.
Il progetto Anas è stato dichiarato "superato" ma è stato aggiornato sui dati di rischio idraulico e di traffico e Anas ha accettato numerose rettifiche senza negare la validità delle bretelle. Le osservazioni tecnicamente accoglibili in Via Salvadori e allo svincolo della Magnanina, sono state registrate. La Due Mari non si può realizzare senza la bretella S.Zeno-S.Giuliano, tratto della nuova 71 a totale carico di Anas. Il tratto fra S. Zeno e Palazzo del Pero richiede un finanziamento di 614 milioni e i due lotti nel Comune sono considerati prioritari. Il completamento della Due Mari è adesso affidato ad una intesa del Commissario con la Regione.