Profughi, già 42 famiglie hanno offerto la loro casa al Comune

Lucia Tanti: «Si sono fatti avanti anche psicologi e mediatori linguistici» In ballo la convenzione con gli alberghi, sull’affido dei minori «è operativo il servizio sociale»

La Toscana si è moblilitata per accogliere i profughi ucraini

La Toscana si è moblilitata per accogliere i profughi ucraini

Arezzo, 15 marzo 2022 - Vicesindaco Lucia Tanti la macchina dell’accoglienza per i profughi ucraini ad Arezzo a che punto è? «Per adesso si tratta di poche decine di ucraini di cui l’85% ospitati nella rete di prossimità di parenti e amici ma la ricognizione di alloggi è in corso, abbiamo già una bella risposta».

Quale? «Quarantadue aretini si sono fatti avanti, scrivendo alla mail dedicata del comune di Arezzo per mettere a disposizione alloggi per i profughi: sono seconde case, appartamenti liberi».

Saranno utilizzati? «Ancora no: stiamo portando avanti una ricognizione d’intesa con la prefettura».

Vi state interessando anche per altri tipi di disponibilità? «Abbiamo ’aperto’ anche la mail ’Arezzo per l’Ucraina’ e in molti si sono dimostrati sensibili mettendo a disposizione mezzi di trasporto, consulti psicologici, il mediatore linguistico: una sorta di banca dati della generosità aretina. Un patrimonio che mettiamo in cassaforte».

Convenzione con gli alberghi? «C’è una bozza di accordo tra Federalberghi e Protezione civil, consapevoli i comuni per accogliere, se ce ne fosse bisogno, i profughi per un tempo breve in attesa di altri tipi di alloggio come i Cas. Saranno finanziati dalla Regione Toscana per l’emergenza, e non sappiamo ancora se ci saranno fondi a disposizione dei comuni».

Affidar si è fatta avanti ritenendo che il percorso migliore per i bambini ucraini non accompagnati sia quello dell’affidamento nelle famiglie. Voi come vi state muovendo? «I minori non accompagnati hanno un canale istituzionale di accoglienza che si divarica in due percorsi: Thevenin (che accoglie bambini fino a 11 anni e bambine fino a 18, ndr) e altre realtà accreditate, e i nuclei privati che però fanno parte del circuito di famiglie affidatarie già riconosciute. Il direttore dei servizi sociali è operativo e ha già ricevuto la disponibilità dl alcuni nuclei».

Cosa diversa dal divieto di ospitare privatamente i bambini? «Assolutamente sì: questi sono percorsi istituzionali con famiglie già preparate».

Avete già alcuni numeri? «Ad oggi siamo pronti ad ospitare 4-6 bambini ma è una situazione in continuo divenire».

Qual è attualmente l’iter che devono seguire i profughi? «Comunicare la presenza a prefettura, questura, comune, Asl, Ufficio scolastico: solo oggi (ieri) abbiamo segnalato la presenza di due bambini in età scolare».

Se non ci sono parenti e amici da cui andare? «Attraverso la prefettura scatta la disponibilità dei Cas e parallelamente si aprirà la disponibilità degli alberghi, appena sarà definito l’accordo».

I cittadini ucraini che sono nella rete parentale potrebbero però aver bisogno di aiuti economici. Come possono fare? «Rivolgersi ai servizi sociali del comune e verranno presi in carico, a secondo dei bisogni, in attesa di un più strutturato percorso di vita e di lavoro».

Che ruolo ha la Fondazione da lei diretta? «Sono le nostre sentinelle sul territorio anche per questa emergenza umanitaria. Ho convocato per venerdì in videoconferenza una riunione con le 23 associazioni che fanno parte della Fondazione: sarà il luogo della corretta informazioni per associazioni che hanno la vocazione alla generosità. Anche se ognuno mettesse in campo 15-20 volontari avremo un piccolo ’esercito del bene’ di 350 persone».

Adesso c’è la corsa alla solidarietà crede che con numeri diversi Arezzo potrà sopportare questo impatto? «La nostra è una città generosa in maniera intelligente ma certo, dipende dai numeri. Gli aretini sono capaci di far fronte alle necessità di questo popolo in maniera silenziosa con una prospettiva temporale. Io mi fido dei miei cittadini come singoli e del sistema messo in piedi»