Prezzi a due velocità tra i banchi. Altri aumenti dopo la stangata 2022

Ritocchi su paella, stinchi e speck. Frenano le grigliate. La risposta di locali e negozi, la sfida dei pranzi veloci

Prezzi a due velocità tra i banchi. Altri aumenti dopo la stangata 2022
Prezzi a due velocità tra i banchi. Altri aumenti dopo la stangata 2022

Anche il pollo alla provenzale si prende la sua parte. Conquista uno dei banchi centrali, fianco a fianco con la paella e le ballerine di flamenco, ma finisce comunque la sua corsa nelle bocche aperte degli aretini. Migliaia. Lo stand alla francese è una delle novità, 12 euro e il pollo è prigioniero. In un calembour di prezzi che non si fermano più.

La spesa internazionale costa, main tanti continuano a pagare il prezzo del viaggio nei sapori del mondo. La spallata al ticket, non ha niente a che spartire con quella del 2022, quando il Mercatissimo si rialzò dopo la pandemia. Si rialzò grazie al coraggio del prefetto Maddalena De Luca, che anche ieri era lì, al taglio del nastro e al saporito giro dei banchi.

La paella e gli stinchi di maiale, forse i simboli più gettonati della tre giorni dei sapori, ritoccano il prezzo da 13 a 14 euro: il piatto spagnolo, un anno fa aveva fatto un balzo da 10 a 13. Anche i panini, l’altra faccia del Mercatissimo salgono alla cassa: dai calabri piccanti in su sono 7 euro contro i sei dell’ultima stagione.

Ma nel quadro c’è anche chi piazza il calmiere dei prezzi, una sorta di bollino tricolore tra i sapori del mondo. Ad esempio le grigliate in salsa argentina, 25 euro costavano prima e 25 costano ora. Tengono la trincea dei due euro anche i biscotti al cocco, un must dell’evento. "Vuole assaggiare?": una ragazza rinnova l’invito e stuzzica il palato degli aretini, basta un frammento per riaprire gli occhi e gli incassi.

Fa un deciso salto in avanti lo speck: fino all’anno scorso si era stabilizzato sui 27 euro al chilo, ora arriva a 34, anche se poi qualcosa scali sul filo della trattativa, l’anima di qualunque mercato che si rispetti.

E poi si scende in Sicilia: nel baco che la rappresenta servono 3 euro e mezzo per un cannolo siciliano, porceddu a 18 euro che diventano 22 per un piatto solo di maialino, in quello della Sardegna. Cinque euro una porzione di strudel e con tredici se ne possono portare a casa tre, mentre la feta greca si conquista tirando fuori dal portafogli 10 euro, che diventano 12 per il souvlaki. Tra le birre c’è un mare di luppolo e di scelta: c’è perfino l’ambulanza della birra, sembra lì per soccorrere a giudicare dal nome, ma al posto della fiaschetta da San Bernardo ci sono i rubinetti che variano il boccale e la tipologia.

Il servizio d’ordine è sobrio: non ci sono gli steward d’un tempo distribuiti ovunque. No, c’è un uomo della sicurezza ad ogni accesso, sei in tutto, più ambulanza e vigili del fuoco pronti a intervenire per qualsiasi emergenza.

La mappa è sempre quella, i protagonisti pure: dal pomeriggio comincia il tentatovo di aggirare la folla ai margini, magari muovendosi in equilibrio sui cordoli di viale Michelangelo, la strada dalle grandi buche.

Le transenne - ormai eterne -intorno al bastione dell’Eden, per lavori che non partono mai, limitano gli spazi di manovra. CXi potrebbe stare una distesa di tavoli, invece, resta un’area inutilmente vuota.

Il ramo del Mercatissimo che si allunga verso Sant’Agostino di mattina si ferma a via Margaritone, ed è qui che troneggiano i prodotti locali, dal miele ai funghi ai formaggi anche se non certo agli stessi prezzi del mercato del sabato. Che oggi si unisce alla festa, trasformando la città in un fiume infinito di banchi, dallo stadio alla stazione.

E i negozi? Una parte batte il ferro caldo dell’evento e sfrutta la scia; all’interno del quadrilatero c’è chi rilancia, prova l’orario continuato per mettere il sale sulla coda del serpentone di gente. In 90 sono anche sul percorso, che parla ogni anno sempre più italiano, tutti a bocca aperta come davanti al pollo alla provenzale.

Lucia Bigozzi