DIEGO D’IPPOLITO
Cronaca

Poti, dietro il rave c’è un piano dimenticato

Varato 13 anni fa, prevedeva il rilancio di diverse strutture e una promozione turistica. Oltre l’area picnic tanti progetti mai realizzati

di Diego D’Ippolito

C’è un piano per Poti? In realtà sì, ma se ne sono perse le tracce. Da anni ormai la montagna degli aretini è in cerca di una nuova identità e il "Piano di gestione" pensato nel 2009 dall’allora giunta comunale ha centrato pochi degli obiettivi che si era prefissato. Il progetto per l’Alpe di Poti prevedeva delle linee di intervento fino a fine 2022. Sono passati più di 12 anni e di quel piano alcuni intenti sono ancora lontanti dall’essere raggiunti. "L’uso dei fabbricati, la conservazione attiva dei beni con particolare destinazione d’uso, le dismissioni di immobili e le concessioni temporanee", tutti punti che si leggono nel documento programmatico che suddivideva il complesso in 4 nuclei: Scopetone, San Cassiano, Siole, Ranchetto.

"Il comune interviene nel complesso, con una propria squadra di operai forestali, in molti campi", si legge nella nota stampa del 2009. Tra gli interventi previsti "La promozione turistica del territorio con la realizzazione ed il mantenimento di numerosi punti attrezzati per il turismo all’aria aperta, dotate di tavoli per picnic, barbecue, giochi per bambini, il mantenimento della rete sentieristica, la divulgazione della conoscenza del territorio tramite un apposita rete di cartellonistica".

In previsione anche il completamento "di un ampio complesso edilizio in località "La Valle di Scopetone" da destinarsi a struttura ricettiva per il turismo naturalistico e la divulgazione naturalistica e di un altro fabbricato in località Siole a oltre 800 metri di quota da destinarsi a rifugio". Cosa è successo nel frattempo? "L’immobile della Valle non è stato ancora finito, il comune avrebbe dovuto portare a termine i lavori trovando le risorse necessarie, ma purtroppo, a distanza di così tanti anni ancora l’edificio non è terminato", sottolinea il capogruppo del Pd Donato Caporali.

"E’ invece attiva un’area picnic ben attrezzata ma poco conosciuta dagli aretini, in un altro edificio: il Ciliegino c’è una pensione per cani", spiega Caporali. Il piano varato nel 2009 scadrà alla fine di quest’anno e molte cose andranno ricalibrate. "Credo sia difficile pensare a Poti come meta turistica, sede di un albergo e di un ristorante: in Casentino ci sono montagne più frequentate e strutture di questo genere stanno chiudendo, è necessario pensare a un nuovo modello con una vocazione locale", conclude. Rimangono aperte due questioni che però dipendono dall’intervento dei privati. Da un parte il vecchio albergo ormai da anni abbandonato, dall’altra la sede della Fontemura che nonostante il prezzo abbordabile pare non interessare a nessuno.