
Ragazze a passeggio per i saldi
Arezzo, 3 agosto 2018 - Assicurano che è tutto vero e che di qui a qualche giorno verranno ad Arezzo per formalizzare la loro richiesta. Ma ad Arezzo troveranno le barricate. Delle categorie del commercio, certo, che suonano a distesa l’allarme rosso davanti alla sola ipotesi di un outlet alle porte della città. Ma a questo punto anche del sindaco. «Siamo contrari a questa ipotesi: già fatichiamo a realizzare un’area commerciale da 12 mila metri quadrati ala Lebole. Che senso avrebbe disegnarne una doppia alla Carbonaia?». Musica per le orecchie dei commercianti, uno schiaffo ai sogni dell’Arezzo Shopping Village. E insieme dei proprietari dell’area, che già erano andati in delegazione dall’assessore Marco Sacchetti.
«E’ vero, li ho ricevuti – conferma il titolare dell’urbanistica anche il giorno dopo – ma se uno si presenta per comprare la Torre di Pisa non è mica detto che ci riesca, no?». E pensare che la società al lavoro sul progetto è ricca anche dei primi dettagli. Dettagli che ci arrivano direttamente dalla Italia Sviluppo Retail, della quale è amministratore delegato Maurizio Bonsignore Zanghi: promette di essere più completo da qualche giorno ma intanto apre una finestra grandi numeri.
Del tipo? Il progetto prevede oltre cinquecento posti di lavoro, in particolare per i giovani, che soprattutto in queste attività commerciali hanno sempre la precedenza. Non solo: parlano di un investimento da 40 milioni di euro, quindi anche impegnativo sul fronte della realizzazione edilizia. E cominciano perfino a profilare come riempire gli spazi. Parlano di oltre 50 negozi di piccola metratura (intorno ai 100/150 metri quadrati) «con affitti convenzionati».
E insieme di «aree e negozi a disposizione di ristoratori, artigiani e operatori dei servizi vari al consumo». E con tanto di piano per cominciare a riempirlo: comprese navette di collegamento con Firenze e con il resto della provincia. Difficile immaginare quale possa essere la potenziale risposta ad un bus navetta che parta da piazzale Michelangelo, poniamo, per portare un«vagone» di consumatori a fare acquisti alla Carbonaia, qui l’ottimismo sprizza da tutti i pori.
Però i protagonisti dell’operazione promettono di fare sul serio. «Immaginiamo un villaggio che coniughi shopping, divertimento e relax». Ma l’iter per realizzarlo sembra tutt’altro che rilassante;: anzi, diciamo pure proibitivo. «E’ chiaro – spiegano il sindaco e il suo assessore – che la Lebole avrà priorità assoluta, su questo non si discute».
Mentre l’Ascom ribadisce il suo «veto»: «Una realtà del genere sarebbe insostenibile per la città e per la sua attuale rete commerciale». Possibilità che il progetto possa realizzarsi contro tutto e contro tutti? Nessuna, spiega la giunta. Perché l’area dove andrebbero a ricadere non è commerciale. Si parla di una zona artigianale, al massimo mista: ma che comunque richiederebbe la definizione di una variante.
Con i suoi tempi di sicuro non brevi e comunque minata alla base dal no secco che ormai non filtra ma erompe dalla maggioranza. Sulla quale spunta il logo colorato dell’Arezzo Fashion Village. Il villaggio della moda, del relax, della casa. Ma per ora più che altro un villaggio fantasma.