
di Alberto Pierini
Impossibile ricostruire domani il villaggio integrale del mercato, riaprendo la "casa" di via Giotto anche ai banchi non alimentari. Impossibile rimettere in piedi in zona Cesarini l’antiquaria di Natale, davvero la più grande e la più bella. Impossibile per un pugno di ore. La Toscana, e noi con lei, resta rossa un altro giorno, il sabato che avrebbe potuto cambiare il mondo. Rossa non di vergogna ma tra i lacci e i lacciuoli delle misure di sicurezza per frenare il contagio. Misure buone e giuste ma che di certo non sarebbero saltate per 24 ore.
Ma niente, l’anticipo negato una settimana fa alla Lombardia non premia neanche Arezzo. Niente Fiera e niente mercato del sabato, se non per il settore alimentare. E vetrine chiuse, tra la rabbia dei commercianti, costretti come a Monopoli a stare fermi un altro giro.
Però ecco la novità: l’assessore Simone Chierici, forte anche di una richiesta presentata per la Confcommercio dalla vicedirettrice Catiuscia Fei, decide al volo di organizzare martedì un mercato straordinario. E fa bene: è un festivo, è l’Immacolata che da sempre apre la corsa degli aretini ai regali. "Trovo – spiega – sia la grande occasione di offrire a chi è fermo da troppo tempo la possibilità di lavorare e di far ripartire gli incassi".
Ed è a ruota di questa ottima idea che La Nazione prova a lanciarne un’altra: un’edizione straordinaria anche per la Fiera, nello stesso giorno. Fiera che si era fatta trovare pronta per l’edizione di dicembre. I cartelli di divieto piazzati, il percorso deciso (uguale a ottobre), perfino un nuovo ambiente per la spunta, l’assegnazione dei posti a chi non ne ha uno fisso.
Come dire: il lavoro "sporco" era stato fatto, cosa ci impedisce di giocare sul tempo e mettere in piedi un’antiquaria di un solo giorno? Cosa ci impedisce di trasformare un 8 dicembre minore in un super martedì capace di dare slancio e coraggio a chi, nella morsa del Covid, lo stava perdendo?
Il sindaco Alessandro Ghinelli non disdegna l’idea ma stavolta frena. "Un’antiquaria martedì – risponde ad una nostra domanda – sarebbe impossibile, troppo tardi per organizzarla". Anche se in fondo si tratterebbe di comunicare velocemente la svolta agli espositori: scommetteremmo su una loro adesione, considerando i disagi di chi continua a pagare spese fisse senza lavorare. La zona arancione continua a escludere le Fiere? Ma prima o poi dovremo uscire dall’equivoco: la Fiera è un mercato antiquario e come tale non deve attenersi a regole non sue. E su questo lo stesso Chierici è in linea.
"Quella è la natura dell’evento, non ci sono dubbi". Lui lo dice ovviamente senza immaginate un’edizione all’otto dicembre ma pensando a quella di gennaio, altra kermesse complicata, considerando i nuovi vincoli fino alla Befana. Ma già in zona arancione verrebbe meno il divieto degli spostamenti all’interno del Comune: è chiaro che l’antiquaria in sè guarda ben oltre i confini della città. Ma in un momento del genere l’importante è ripartire, per gli operatori fermi ai box e per ritrovare un pizzico di slancio collettivo. Poi le misure di sicurezza e le cautele di sicuro la Prefettura saprà trovare quelle giuste. Ma coglieremmo al volo, come già a giugno, l’occasione di essere i primi in Italia a ripartire.
Nel caso del mercato tra l’altro è una ripartenza di slancio. "Il percorso – conferma Chierici – sarà quello canonico: senza prolungamenti allo Stadio". Tutti al loro posto, quello sospeso dalla trasformazione in zona rossa
Al suo posto via Giotto. Al loro posto i negozi, prolungando l’orario di apertura per diminuire il rischio di assembramenti. E potrebbero essere al loro posto anche i banchi dell’Antiquaria. Tra l’altro riprendendosi piazza Grande, orfana quest’anno, e purtroppo, del mercatino tirolese. Un azzardo? Forse ma con il gusto di rimettere la Fiera al centro del villaggio. E di farlo con un mese di anticipo. Una grande occasione: chi ci sta?