REDAZIONE AREZZO

Nel ricordo di Gabriele. Altra donazione dei genitori. Obiettivo, la Casa di Emma

Giovane morto folgorato: un simbolico tavolo per gli ospiti della struttura

Nel ricordo di Gabriele. Altra donazione dei genitori. Obiettivo, la Casa di Emma

BIBBIENA

Un ampio tavolo in legno (nella foto), semplice ma dall’immenso valore simbolico, un luogo dove i giovani ospiti della Casa di Emma potranno ritrovarsi, stare insieme e condividere il proprio tempo. E’ questa una delle ultime donazioni di Katiuscia e Fabio Lusini, i genitori di Gabriele, il 21enne casentinese morto tragicamente lo scorso giugno, che oltre a dare un importante supporto a questa piccola ma preziosa realtà, hanno anche acquistato un defibrillatore che sarà collocato in via dell’Orto, all’interno della ciclopista dell’Archiano non lontano dal luogo della tragedia, sabato 11 novembre alle 12 alla presenza del sindaco e della giunta di Bibbiena.

"Un gesto di grandissima forza – spiega il sindaco di Bibbiena, Filippo Vagnoli – questa famiglia meravigliosa ci sta mostrando una strada nuova, quella dell’amore per il prossimo che guarisce e unisce. Grazie ai Lusini e grazie alla casa famiglia che ha posto al centro del suo esistere la condivisione". La Casa di Emma si trova nella frazione di Farneta e da quattro anni accoglie minori sulla base di provvedimenti o interventi disposti dall’autorità giudiziaria o dei servizi sociali competenti per zona. "I fondi donati dalla famiglia di Gabriele ci hanno permesso di acquistare questo tavolo – spiega Chiara Fabbri, la coordinatrice della casa famiglia – Un tavolo che non è solo un oggetto, non è solo arredamento per l’esterno, ma per noi è molto di più è luogo. I ragazzi devono potersi ritrovare insieme, devono potersi riconoscere, parlare. Volevamo qualcosa che potesse rappresentarci e servire alla nostra missione di educatori".

Una morte tragica e inspiegabile quella del giovane Gabriele Lusini, folgorato mentre pescava, alla vigilia del suo compleanno, lo scorso giugno.

Aveva appena finito le scuole superiori, giocava nella Bibbienese, in prima squadra, dopo aver espletato tutta la trafila delle giovanili. Bello, giovane, sportivo e appassionato di calcio, un ragazzo per bene che viveva nella piccola realtà di Chitignano, ma che fin da adolescente frequentava il paese di Soci, dove la mamma Katiuscia lavora come parrucchiera. Si era diplomato all’istituto tecnico "Fermi", scegliendo poi la strada del lavoro alla Ceg, industria elettronica fra le maggiori della provincia di Arezzo. La sua morte ha lasciato un vuoto enorme in tutta la vallata: Gabriele oggi continua a vivere nei ricordi di tutti i casentinesi anche grazie alle gesta dei suoi genitori, impegnati nella beneficienza e nel sostegno delle realtà territoriali come la Casa di Emma.