AREZZO
Il "caso" di Paolo Giulierini, ex direttore del Mann di Napoli, continua a far discutere dopo l’esclusione dalle selezioni per la direzione dei musei statali di prima fascia. Oltre all’impossibilità di ricandidarsi al Mann per il limite dei due mandati, il suo nome non compare tra gli ammessi ai colloqui per Colosseo, Museo Nazionale Romano, Bargello e Musei Reali di Torino, nonostante un curriculum già ritenuto idoneo per sedi di prestigio come Uffizi e Capodimonte. Una scelta che solleva interrogativi, anche alla luce del ruolo decisivo avuto da Giulierini nel far salire il Mann alla prima fascia. Valuta un ricorso al Tar, ma prima intende visionare gli atti. Intanto guarda avanti: ha partecipato a bandi per musei di seconda fascia e prosegue con convinzione il suo incarico come dirigente dei beni culturali a Cortona. È diventato per molti il "caso Giulierini".
Ci spiega meglio i contorni della vicenda?
"Premesso che io sono onorato di lavorare come dirigente del Comune di Cortona e ringrazio sempre l‘Amministrazione che mi ha accordato fiducia e sostegno, torno sulla questione perché si tratta di una incoerenza con quanto obiettivamente è stato riconosciuto nel passato. È molto strano che 8 anni di lavoro indefesso e obiettivi pubblicamente raggiunti non siano stati considerati".
Che motivazioni si è dato per l’esclusione?
"Non saprei. Tra gli ammessi ci sono anche persone che non hanno mai diretto musei".
Da qui la richiesta di vederci più chiaro...
"L’accesso agli atti nasce dalla volontà di capire i criteri. Non voglio giudicare la commissione, ma comprendere la logica delle scelte. Se c’è una ratio oggettiva, la accetto. Se invece si trattasse di interessi particolari, sarebbe grave".
La rotazione sistematica dei direttori è utile o penalizzante? "Se i risultati fossero buoni, non si dovrebbe cambiare. Lo Stato investe in una figura per anni, poi se ne priva: è un errore strategico. Si rischia di regalare competenze all’estero".
Ha ripreso a pieno regime il suo lavoro a Cortona con nuove sfide professionali. Come l’ha arricchita l’esperienza a Napoli?
"Gli 8 anni di Napoli sono stati preziosi e, grazie ad una Amministrazione che ha avuto fiducia in me e che ringrazio. Le sfide di Cortona sono importanti: dal potenziamento del Parco Archeologico, alla prossima grande mostra su Severini, alla caratterizzazione di Cortona Francescana, al rilancio del Teatro Signorelli. Si tratta di sfide internazionali perché di qui passa il mondo".
Cosa ama del lavoro a Cortona e su cosa punta oggi?
"Il senso di squadra con l’amministrazione e i colleghi. Si lavora in modo aperto e sinergico, come un calcio totale: ognuno gioca per tutti".
Riceve proposte anche dall’estero. Qualcuna la fa vacillare?
"Mi sono arrivate offerte da realtà importanti e lontane. Ma il mio "difetto" è che lavoro per passione. Metto sempre le persone e il bene pubblico davanti a tutto. La cultura va servita con lealtà, mai per interesse personale. Lo Stato non è un’entità astratta: è fatto dalle azioni concrete di ciascuno di noi".
Laura Lucente