Sergio Rossi
Cronaca

Moretti, Andrea dal Pm con i bonifici: "Da Stefano Roma soldi puliti"

Interrogatorio di sei ore al figlio di Antonio: l'indagato è ancora ai domiciliari e anche lui ha sostenuto l'insussistenza dell'autoriciclaggio

Andrea Moretti

Arezzo, 7 febbraio 2019 - Sei ore di interrogatorio, dalle 10 alle 16: il pm Marco Dioni, l’avvocato Niki Rappuoli e lui, Andrea Moretti, rampollo di una delle famiglie più in vista della città. Moretti stavolta non si è avvalso della facoltà di non rispondere, come aveva fatto subito dopo l’esecuzione della misura cautelare davanti al Gip Piergiorgio Ponticelli.

Al contrario, ha parlato senza remore e ha risposto a ogni domanda che gli è stata rivolta. E in ballo c’era veramente tanto: c’erano conti, le società estere, le carte dell’inchiesta che riguardano le società del gruppo. Nulla trapela sui contenuti dell’interrogatorio e il difensore Rappuoli si limita a dire che «il clima è stato sereno e che il mio cliente ha fornito ogni delucidazioni circa le domande del pubblico ministero».

E ha aggiunto: «Mi auguro che l’appuntamento sia servito a chiarire le posizioni di Andrea Moretti e a modificare la sua posizione». Anche se non c’è conferma ufficiale, la difesa si accingerà adesso a presentare la richiesta di un’attenuazione della misura cauitelare. A oggi Moretti è agli arresti domiciliari come il padre Antonio e come Marcello Innocenti, il ragioniere del gruppo. Innocenti è il primo degli arrestati ad aver interrotto il silenzio e, dal poco che trapela, Moretti non si è discostato dalle linee dell’interrogatorio del ragioniere, respingendo l’accusa principale, quella di autoriciclaggio.

Tutto regolare, avrebbe dunque affermato, nel rapporto con il finanziere Stefano Roma da cui era arrivato un flusso di denaro pari a circa dieci milioni di euro. Denaro pulito: e a riprova di ciò, sono state prodotte al pm le ricevute di alcuni bonifici inviati da Roma, pure lui indagato nell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza pur senza aver ricevuto la notifica essendo irreperibile.

Le ricevute, al momento, non coprono tutti i finanziamenti:Moretti si sarebbe riservato di farlo non appena avrà la possibilità di effettuare una ricerca bancaria sui bonifici ancora non prodotti. Secondo la ricostruzione di Moretti non sussisterebbe dunque l’autoriciclaggio, cioè il riutilizzo di utilità provenienti da propri comportamenti illeciti.

Se infatti dieci milioni vengono da un terzo, ecco che il reato sparisce almeno in parte, anche se restano da spiegare gli altri 15 milioni derivanti dai reati tributari. In discussione, dunque, potrebbero quindi restare i frequenti finanziamenti intergruppo, teoricamente ricostruibili come discutibili appostamenti fiscali. Ma la sostanza dell’eventuale reato sarebbe ovvviamente ben diversa.